FIRENZE – “Oggi che un grande ristorante faccia beneficienza è una notizia. Ma nei suoi momenti di gloria, Firenze era generosa, i suoi ricchi mercanti sapevano guardarsi intorno, e quando decidevano di aiutare chi non aveva avuto fortuna, lo facevano dando loro non una cosa qualsiasi, ma cercavano di offrire il meglio di cui la sua civiltà potesse disporre in quel momento, e per esempio costruivano lo Spedale degli Innocenti chiamando Brunelleschi e i Della Robbia. Perché gli ultimi si sentissero, nel momento del bisogno, al livello dei primi.”
Con il “Pranzo di Babette” organizzato per il Centro servizi per anziani di Montedomini siamo in un ambito completamente diverso da quello raccontato dal suo presidente Filippo Vannoni nella conferenza stampa di presentazione dell’evento, ma sono anche tanti gli elementi in comune: oggi la gastronomia, l’alta cucina, sono sempre di più avvicinati alle forme di cultura “alta”, e i loro “mercanti” sono i ristoratori di successo, che sono dunque i candidati a dover essere, oggi come ieri, generosi.
125 coperti, vini offerti dalle due famiglie storiche Antinori e Frescobaldi, logistica curata dalla Galateo Ricevimenti, uno dei catering più affermati della città. Da via Ghibellina a via Montedomini sono arrivati lo chef Italo Bassi con il suo vice Riccardo Monco e tutta l’ imponente “brigata”, il direttore di sala e primo sommelier Alessandro Tomberli con tutto il personale. Insomma, l’Enoteca Pinchiorri, nata dall’unione del grande appassionato di vini Giorgio Pinchiorri e dalla grande cuoca venuta dalla Costa Azzurra Annie Feolde; l’Enoteca Pinchiorri con le sue due stelle Michelin dal 1984 e le sue tre dal 2004, con la sua cantina che è ormai nel mito, con il suo conto che secondo le guide oscilla tra i duecento e i trecento euro; l’Enoteca Pinchiorri punto di riferimento dei gourmet di tutto il mondo si è trasferita per un giorno, anzi per un pranzo, nella residenza per anziani di Montedomini.
Ma come è nata questa iniziativa? Bisogna partire dalla Biennale Gastronomica Fiorentina, svoltasi a Firenze dal 10 a 24 novembre, ed intitolata alla figura di Leo Codacci, che nel “lontano” 1976 si batteva per una iniziativa del genere. Concretizzatasi finalmente oltre trent’anni dopo grazie alla volontà dalla Confesercenti, è consistita in una serie di incontri, dibattiti, degustazioni, riflessioni sullo stato dell’arte in fatto prodotti, cucina, ristorazione, di tradizione, di innovazione. Il direttore artistico della manifestazione, il giornalista Leonardo Romanelli, discutendone con Pinchiorri lanciò la proposta di questa appendice al programma. La risposta di Pinchiorri fu, semplicemente, “sì”.
Ed eccoli, gli anziani radunati attorno ai tavoli ad osservare l’apparecchiatura elegante, sfogliare incuriositi il menu, mentre il personale dell’Enoteca iniziava a servire le bollicine dello Spumante Nature di Antinori. Un menu, attento alle consistenze e alla delicatezza dei sapori, che guardava da una parte alla tradizione rappresentata dalle crespelle alla ricotta e spinaci e dal carrè di agnello con la polenta incatenata. Ma anche, dall’altra, ad una garbata incursione verso accostamenti più inconsueti per chi non sia un fortunato frequentatore di ristoranti alla moda e non, come avveniva nei gamberoni avvolti nella pancetta su crema di fagioli e gran farro, o nella sfera di cioccolato al latte con cachi e liquirizia.
Si renderanno conto, si chiedevano in molti, “con chi hanno a che fare”? Sapranno chi frequenta, chi può permettersi di andare all’Enoteca Pinchiorri, e cosa essa rappresenta? Sapranno cosa c’è, in fatto di costume e cultura dell’enogastronomia toscana ed italiana, dietro quel Tignanello 2004 servito ad accompagnare l’agnello? Probabilmente no, come probabilmente saranno stati sorpresi dalla piccola folla di osservatori arrivati per testimoniare di questo evento che sarebbe bello diventasse un appuntamento fisso. Anche perché un vero Rinascimento, come quello di Brunelleschi, Masaccio e Donatello, non può non fondarsi su uno sguardo vero e partecipato alla realtà che lo circonda.
Vedi anche il post su acquabblog: Pinchiorri per gli anziani
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