Uno dei tanti eventi dedicati alla pioggia di stelle cadenti di metà agosto può diventare un qualcosa di veramente speciale. Questo è quanto successo a San Cassiano, vicino a Mezzane (VR). Un breve racconto della serata ed un invito a non farvelo scappare il prossimo anno.
La valle di Mezzane da un lato, quella di Illasi dall’altro. Siamo agli sgoccioli della Valpolicella, proprio dove comincia ad insinuarsi il territorio del Soave. Dolci colline, di storia millenaria, assistono all’amichevole scontro tra l’amarone, potente, sontuoso, ammaliatore ed il “nuovo” Soave, scattante, sapido, minerale come i terreni vulcanici che lo hanno plasmato. Ma su questi colli, dove lo sguardo vaga dai monti incombenti fino alla pianura e già immagina il mare Adriatico, non vi sono solo vigneti. L’ulivo, soprattutto della varietà Grignano, pennella di verde chiaro, confondendosi con l’azzurro del cielo, i crinali e le vette. Pochi sanno però che queste alture sono state per millenni il territorio della “gens mirica”, il cui ruolo come guardiani della pianura dalle continue invasioni dei popoli del nord, è stato fondamentale e senza interruzione.
Ancora oggi, l’amico Mirico (o Mirko) Sella si vanta di essere l’ultimo rappresentante dell’antica progenie e, sottovoce, si indica come Miricus LXXXII. Storia o leggenda? Non si sa. Tuttavia, il suo spirito ribelle ed il suo amore per il territorio ne potrebbero essere prove inconfutabili. Egli ostenta anche che proprio alla sua “gens” è dovuta la nascita dell’amarone, raccontando una storia completamente diversa da quanto comunemente creduto. Tale Miricus XXVII, produttore di olio celeberrimo, era ossessionato dalla purezza dei propri risultati a tal punto da cercare di applicare la stessa tecnica anche all’uva. Non più pigiatura con i piedi, ma direttamente a freddo sulla pietra utilizzata per le olive. Per una migliore lavorazione, stendeva l’uva, in attesa del proprio turno, su “amache” di corda per togliere ogni traccia di umidità. Questo causava un certo appassimento ed il vino che ne usciva era dolce, ma le tracce d’olio sulla pietra gli conferivano un carattere pungente ed acido. Un risultato poco invitante, che fu subito giudicato come un errore dovuto all’attesa sulle amache. Gli invidiosi vicini lo chiamarono “amacum erroneum” che poi divenne “amacerroneum”, ed infine “amarroneum”. Il nome rimase anche quando la tecnica di vinificazione cambiò ed i risultati divennero più che apprezzabili.
Ben diversa è oggi la versione ufficiale, ma Mirko sorride e, scuotendo il capo, si ostina a ribadire la tradizione millenaria della sua gente guardiana. Scherza o fa sul serio? L’ironia di Mirko è sopraffina ed è difficile valutare quale sia la verità. A me piace pensare che sia sincero, ma in fondo poco importa, soprattutto dopo aver assaggiato il suo grandissimo amarone! Ma Mirko non produce solo vino. Il suo olio di vari monocultivar è ormai famoso in Italia ed all’estero ed i premi arrivano a valanga. Proprio là, dove sorge l’Azienda Agricola San Cassiano, laboratorio e regno del giovane e simpaticissimo Mirko, si è svolta una serata eno-g-astronomica veramente splendida, come solo le cose volute con grinta, passione e semplicità possono essere.
Era il 12 agosto e, come tutti i mass media dovrebbero ormai sapere, era la notte delle stelle cadenti. È molto tempo ormai che la data del picco massimo delle “lacrime di San Lorenzo” si è spostata in avanti, per effetto di quel fenomeno astronomico, conosciuto già dai greci, che prende nome di “precessione degli equinozi”. Ora più ora meno, la Terra attraversa la nuvola di detriti cosmici abbandonati lungo la sua orbita dal lento sgretolamento di una vecchia cometa, che troppe volte ormai ha voluto farsi bella vicino al Sole. Se si è fortunati perché lo sciame attraversato è piuttosto denso o perché il fenomeno capita di notte nel nostro punto di osservazione, allora lo spettacolo è quasi sempre assicurato. Così è stato a San Cassiano, anche se la vicina Verona e gli altri borghi illuminavano un po’ troppo il nero silenzio sopra la collina. Mirko, giovane allegro e spensierato, ma con i piedi per terra, si aspettava non più di 30-40 persone che avessero voglia di coniugare, col giusto spirito, cibo, vino, cultura e scienza. Ed invece siamo stati “invasi” da circa 150 amanti delle cose belle e buone, silenziosi, sorridenti ed ammirati. Il cielo si è veramente avvicinato quella notte, quasi volesse sfiorare le fronde degli ulivi. E per me, a cui competeva la parte astronomica, è stato un enorme piacere chiacchierare sui “veri” misteri armoniosi dell’Universo e non sulle raccapriccianti e becere stupidaggini che spesso e volentieri ci propina “mamma” TV.
Che meraviglia descrivere i fenomeni, rispondere alle moltissime domande e partecipare agli “oooh” di meraviglia che si alzavano ogni volta che una meteora veniva a farci visita con il suo lampo improvviso. I sorrisi, l’interesse, gli sguardi delle persone erano il premio migliore. Ma tutto era cominciato un po’ prima di salire a piedi, tra lumini discreti che segnavano il percorso, al colle scelto da Mirko e da lui chiamato “il pensatoio”. Nel grande cortile dell’azienda tutta la famiglia del giovane amico, insieme a volenterosi aiutanti, riuscivano a far fronte all’inaspettata invasione offrendo deliziosi e coreografici spiedini di frutta, rinfrescanti e succosi, accompagnati dall’invitante e schietto Soave di casa. Tutto era studiato nei minimi dettagli e la simpatica processione iniziava il suo cammino in perfetto orario.
Al ritorno, quando il sorgere della Luna aveva reso vana l’attesa di nuove visitatrici extraterrestri, un’appetitosa spaghettata, condita con il meraviglioso olio di Mirko (i premi gli cadono addosso come … stelle cadenti…) rallegrava lo stomaco dei convenuti. Un elegante, ma vigoroso Valpolicella Superiore accompagnava perfettamente la pasta fumante. Tutto in grande allegria e, ovviamente, nuovi incontri ed amicizie avevano buon gioco. Finalmente, compiaciuti e tranquilli, Mirko e famiglia potevano rilassarsi felici.
Qualcuno potrebbe dirmi: “tutto qua? Si fanno centinaia di nottate tra stelle cadenti e gastronomia. Che senso ha farne una in più, piccola, quasi nascosta?”. Eh no, cari amici! Fatevelo dire da un astrofisico e da un appassionato enogastronomo. A San Cassiano c’era qualcosa in più. Venite anche voi il prossimo anno e lo scoprirete. Vedere per credere. E poi il 12 agosto è una garanzia astronomica e storica. Sapete qual è il Santo del giorno? San Cassiano! Ed allora restiamo in attesa delle prossime lacrime di San Cassiano. Saremo molti di più, ma lo spirito non potrà cambiare!
Azienda Agricola San Cassiano di Sella Mirko
Via San Cassiano, 17
37030 Mezzane di Sotto (Verona)
Tel/Fax: 045.8880665
info@aziendagricolasancassiano.it
www.aziendagricolasancassiano.it
Una risposta
Non c’ero quella sera ma leggendo queste righe mi dispiace proprio. Ultimamente, alcuni eventi legati alla notte delle stelle cadenti hanno perso un po’ di originalità.
Speriamo che la “notte di San Cassiano” diventi un punto di riferimento per gli amanti delle cose autentiche….. il buio, il silenzio, le stelle e un astronomo gentile e disponibile che risponde ai misteri del cielo.
Cristina