MONTEFALCO (PG) – All’interno di Enologica 30, la bella manifestazione svoltasi a Montefalco lo scorso settembre, non si poteva perdere uno degli eventi centrali e di maggior prestigio che proponeva il ricco calendario, una verticale del vino simbolo di quel territorio e in particolare di un’azienda storica che lo rappresenta da sempre al meglio: il Sagrantino di Montefalco 25 anni DOCG della Arnaldo Caprai.
L’azienda nasce nei primi anni ’70 grazie al sogno del padre di Marco, che a sua volta la conduce dal 1988, perseguendo inalterati la qualità dei prodotti ed il carattere e la cultura del territorio che già papà Arnaldo interpretava con convinzione. Lo sforzo intrapreso da Marco è stato fortemente orientato alla ricerca ed alla sperimentazione, coinvolgendo i migliori professionisti ed i più titolati Istituti di Ricerca in campo enologico ed agronomico.
E’ così che il Sagrantino, prodotto fin dalla prima DOC con lo storico Collepiano (1979), si evolve e nel 1993 viene prodotta una selezione celebrativa per il venticinquennale dell’azienda, un vino che ottiene subito un enorme successo di pubblico, immediati riscontri della critica e riconoscimenti nelle guide. Oggi il Sagrantino 25 anni è certamente una delle massime espressioni di questo vitigno e di questo terroir, un areale dove la natura argillo-calcarea del terreno dona ricchezza estrattiva, tenore alcolico, nerbo acido e intensità aromatica ai piccoli acini neri dalla buccia pruinosa che regalano, a loro volta, vigore tannico e carica polifenolica al vino. In due parole: struttura e longevità.
Sagrantino di Montefalco DOCG 25 Anni 2005
Annata difficile, inizialmente molto calda e caratterizzata da abbondanti piogge da agosto fino alla vendemmia. Questo giovane Sagrantino si presenta con un colore rosso cupo e impenetrabile che sull’unghia cede al rubino vivo, con tracce violacee. Il vino si aggrappa con pervicacia al calice, disegnando archetti fitti che lentamente tracciano lacrime vermiglie lasciando un riverbero purpureo sulle trasparenze del cristallo. Al naso offre un aroma potente di frutto rosso all’interno di un bagaglio olfattivo complesso e ancora un po’ chiuso; il terziario è solo accennato e promette una lunga e ineluttabile evoluzione. Austero, ma carezzevole, lascia percepire un accenno floreale di rosa e viola, il fruttato esce più nitido con la freschezza delle bacche di bosco, cassis, gelso, ciliegie e visciole, con una componente vegetale di sottofondo ed un finale balsamico stimolante. L’assaggio non ci coglie impreparati, l’irruenza tannica, attesa peculiarità, risulta comunque bene integrata ed articolata nella struttura; la deglutizione consente di apprezzare il lungo respiro che la segue, rivelando una sostanza fruttata ed un allungo speziato a base di pepe e cannella. L’aggressione dei tannini viene bilanciata dalla freschezza di un ottimo nerbo acido, ma la sensazione è quella di aver provato un’annata ancora imberbe, che sarà molto interessante ritrovare tra almeno cinque anni … meglio se dieci. Intenso
Sagrantino di Montefalco DOCG 25 Anni 2003
Il 2003 è stato un anno torrido che ha accelerato le fasi vegetative, anticipando la maturazione e la conseguente vendemmia. Nel bicchiere il colore, livido e serrato, è appena meno luminoso del 2005 ed evidenzia tracce di granato all’unghia; il velo grasso e cremisi che ricopre il vetro nella roteazione, rivela ricchezza polifenolica e tenore glicerico. I profumi sono ancora sorretti dalla vitalità del frutto nero, appena più evoluto, con accenni di prugna, e un penetrante sotto bosco. Il bouquet speziato che si sviluppa nel finale richiama la vaniglia, il pepe e il chiodo di garofano, ma anche cardamono, eucalipto e radice di liquirizia. Al gusto risulta potente e caldo, con un incedere tannico vigoroso, appena più “felpato” rispetto al campione precedente, sia per i due anni in più, sia per la tipologia dell’annata. Ne consegue un vino pastoso per effetto della ruvidezza tannica unita alla carnosità del frutto, con un ritorno retro nasale in cui si affacciano terziari come tabacco, cuoio tracce di humus. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un prodotto di razza, che “scalpita” nel bicchiere, con grande vigorìa tannica che ispira l’accostamento a piatti untuosi. Masticabile
Sagrantino di Montefalco DOCG 25 Anni 2001
Annata di grandi riscontri che è stata diffusamente celebrata e apprezzata per una produzione di eccellente livello; di fatto l’andamento climatico ha generato una naturale riduzione delle rese, per effetto di improvvise gelate primaverili che hanno bruscamente interrotto le fasi vegetative, con la conseguente perdita dei germogli tardivi. Il nostro Sagrantino ha un colore molto cupo e fitto, compattezza e densità che la dicono lunga sulla sua consistenza. Al naso evidenzia subito una trama composita, centrata sulla dolcezza di un frutto maturo e polposo e su note vegetali incisive; la componente floreale richiama la lavanda e la violetta, mentre la chiusura rivela note eteree e speziate, caffè e noce moscata. L’ingresso in bocca è caldo e avvolgente, la presenza tannica è solo componente di una struttura solida, profonda e variegata. La base fruttata è matura e tende alla composta di prugne, ma anche melograno, bacche di mirto e di ginepro. La deglutizione regala un ritorno speziato finissimo a base di alloro, pepe e cacao, che impreziosisce il finale; un vino granitico, dai muscoli vestiti di una stoffa vellutata, in grado di trasmettere carattere ed ampiezza gustativa. Succulento
Sagrantino di Montefalco DOCG 25 Anni 2000
L’anno del giubileo ha visto un andamento climatico piuttosto regolare e tendenzialmente caldo. Questo campione ondeggia nel calice, sollecitato dalla roteazione ossigenante, mostrando un bellissimo colore che da un cuore purpureo ancora fitto, cede esternamente al granato fino ad un’unghia iridescente; la maturità del vino è evidente, ma la tonicità del centro bicchiere denota ancora capacità evolutive e grande potenziale. I profumi evidenziano una complessità aromatica estremamente variegata che parte dalla frutta rossa, cotta in confettura, dal mosto cotto al frutto di bosco con spezie pepate. Il bouquet floreale è appassito e si fonde a sentori di terra umida, con note fungine, poi cuoio, ceralacca e un accenno catramoso prima della chiusura minerale. Arriva al palato in punta di piedi, con tannini docili e levigati che introducono la polpa fruttata in una parabola gustativa ascendente; il vino si apre e su un sottofondo di castagna macerata, di marrone cotto nel vino, scarica tutte le sue fragranze in una sequenza incessante: cioccolato e liquirizia dolce, ceralacca e note ematiche, pepe rosa e tabacco dolce. Il ritorno retro nasale è ampio e tutte le componenti restano in bocca per un tempo che sembra non finire. Struttura e corpo per un vino quasi da meditazione davvero buono e all’apice della sua fase evolutiva, che terrà ancora a lungo e che si propone per piatti di grande importanza. Sontuoso
Sagrantino di Montefalco 25 anni DOCG – 1998
Il ’98 non viene ricordato con grande enfasi, ma più per i fasti di una splendida ’97 piuttosto che per demeriti dell’annata in sé; tuttavia a Montefalco si è trattato di un grande millesimo. Gli undici anni di età cominciano a concedere qualcosa nel colore, il liquido ammicca nel mio bicchiere con riflessi che virano dal rubino al granato in progressione verso l’unghia; cangiante e vivace, fitto e brillante, l’aspetto è quello di un vino maturo che conserva intatta la sua vitalità. L’approccio olfattivo evidenzia pienezza, complessità e armonia delle componenti, in cui la prugna è surmatura e richiama la confettura dolce o le visciole sotto spirito, mentre l’aspetto floreale è caratterizzato da note appassite di rosa. Gli aromi terziari sono avanzati, una ricca speziatura si dipana fra il tabacco dolce e il pepe bianco, con un fondo balsamico e caramelloso. L’assaggio accarezza il palato con tannini soffici ma tenaci che avvolgono il corpo fruttato, rivelando un’integrità strutturale ancora limpida che riempie la bocca con la polpa dolciastra della marasca. Ritrovo la confettura di gelsi e affondo nella cioccolata, deglutisco e schiocco la lingua su un velo di liquirizia nera e noce moscata. Le fragranze restano a lungo in un respiro officinale che regala ancora spezie, sandalo, grafite ed una lunga scia minerale. Davvero un vino completo e nobile, che non fa nulla per mostrare i muscoli, ma si espande a lungo sul palato mostrando la sua grandezza. Appagante
Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.