Ecco l’uomo che ha osato sfidare i milanesi sul loro stesso terreno. Dario Loison, vicentino, può essere serenamente definito il re del panettone. Ricordiamo che il Pan de’ Toni nacque all’ombra della Madunina, mentre il Veneto vanta la progenitura sul pandoro. E la colomba? Anche il dolce pasquale è milanese (erano gli anni Trenta del secolo scorso quando Mr. Motta provò a impiegare in altro modo i macchinari con cui impastava il dessert natalizio), nonostante qualche leggenda le attribuisca trascorsi longobardi.
Guardi dritto negli occhi questo signore corpulento e schietto, e già decidi che hai voglia di saperne molto di più. Insieme alla moglie Sonia (da interior designer, ha deciso di dare il proprio contributo in azienda curando il packaging) Dario Loison rende vulcanica una produzione artigianale che in totale ha in busta paga una ventina di persone, addetti al design inclusi. Fatto di nastri ricercati in colore pastello, scatole deja vu con disegni ripresi da cartoline e vecchie pubblicità di cui i coniugi Loison fanno collezione insieme ad ogni sorta di uova antiche e attrezzi del mestiere che, volendo, potrebbero da soli dare vita a un curioso museo.
Colombe e focacce, panettoni e pandori, un vasto assortimento di biscotti (dai canestrelli ai brutti e buoni), crostatine alle ciliegie di Marostica, la Veneziana: “la novità per l’estate, il dolce che sdoganerà il lievito madre fuori dalla stagione fredda”, il mondo Loison è tutto, ma proprio tutto da gustare. A partire dalle colombe, data l’imminenza della Pasqua. Certi di portare in tavola un prodotto fatto con il cuore e messo a punto con la testa. Dario infatti non lascia niente al caso. Basti pensare che prima di scegliere la sua vaniglia (Bourbon dal Madagascar) ha condotto una ricerca storica capillare che ha coinvolto anche l’orto botanico dell’Università di Padova, qui sin dal 1545 custode geloso dei tanti studi.
Ma com’è maturata, a un veneto, l’idea di fare le scarpe ai milanesi? “Il panettone è un dolce universalmente noto, dalle tante doti che lo rendono più attraente rispetto al pandoro. Globale per gusto – spiega Dario Loison – incontra il palato di un numero più vasto di persone. In più la frutta italiana aiuta ad esprimere al meglio quella creatività e quel sentire mediterraneo che cercano i nostri clienti”. Non una frutta qualsiasi: il chinotto è quello di Savona (Presidio Slow Food, coltivato tra Varazze e Finale Ligure da circa tre secoli, acquistato dall’azienda Pamparino), i mandarini sono i tardivi di Ciaculli (altro Presidio, come recita lo slogan di Petrini: buono, pulito e giusto), il cedro di Diamante, le arance maturate al sole della Sicilia. Nessun conservante e la canditura fatta da lui stesso. “Perché solo così riusciamo ad ottenere una qualità senza compromessi”.
Meticoloso, dicevamo. Dario Loison ogni mattina tira fuori dal cassetto il suo sogno e lo porta avanti con determinazione. “Cerco di vivere le mie giornate intensamente e con entusiasmo. La speranza? Continuare a vivere con positività e costruttività, per produrre bene e al massimo con tutti e per tutti”. Tante le idee. “Fin troppe, è il tempo che manca…”.
La proposta per la Pasqua parla da sola, nel classico dessert ottenuto a crescita lenta, lasciando alla colomba i giusti tempi anche per raffreddare, senza forzature. Attingendo ad una lavorazione tradizionale, ma chiedendo aiuto a tecnologie moderne. “Con la straordinaria flora contenuta nel lievito naturale e con il rispetto delle varie fasi – sottolineano alla Loison, azienda nata con nonno Tranquillo nel 1938, ed oggi conosciuta in quaranta diversi Paesi – si ottiene un impasto poroso che durante la cottura in forno si trasforma in un prodotto morbido e soffice, che conserva a lungo le qualità esclusive delle materie prime, con il pregio della massima digeribilità”. Per una botta di gusto fatta di mandorle nella versione classica, arricchita di amarene candite e cannella, oppure nella versione pesca e nocciola delle Langhe, novità nell’edizione 2011.
Dopo il grande successo di mercato che ha portato questa produzione artigianale a superare i confini nazionali, qual è la soddisfazione più grande? “Cinquanta per cento di export significa bilanciatura strategica. Il supporto dei tanti gourmet di estrazioni diverse, fra cui molti chef, che condividono il nostro sentire ci aiuta a crescere – risponde il patron della casa pasticcera di Costabissara – Dopo l’Italia il primo mercato oggi sono la Francia, l’Olanda, la Germania, gli Usa, il Canada… Una bella soddisfazione, come continuare a lavorare e vivere ancora serenamente sostenuto da mia moglie Sonia. Oggi impresa non di poco conto, considerando anche che siamo una piccola azienda. Frutto di tanto, tanto e ancora tanto duro lavoro. Senza grandi disponibilità economiche. Aiutati da internet e dalle lingue”.
5 risposte
Grazie Irene, per la gentile recensione sul tour Vinitaly 2011.
Se passi da Vicenza e pensi di fare anche una verifica toccando con mano il nostro spazio produttivo e quindi visitarci, ne saremmo molto orgogliosi tutti.
Ti ringrazio e ti aspetto
Dario Loison
Gentile Dario,
spero di onorare il tuo invito, prima o poi.
Un grazie a te per l’amore che metti nel tuo lavoro.
Irene
Conosco i prodotti Loison da tempo e posso garantire che sono veramente eccezionali !
Complimenti ad un maestro del made in Italy
peccato che avete mia assaggiato quella del nuovo mondo
di prato è la top dI TUTTESOLO X POCHI ELETTI
Gentilissimo Renzo,
e chi dice che non conosciamo la maestria artigiana del bravissimo Paolo Sacchetti… Ma vogliamo parlare del cremino appena sfornato? I pratesi sanno bene che per aggiudicarsi i suoi panettoni devono prenotarli per tempo. Altrimenti: a bocca asciutta. Non ci resta che chiedere a Sacchetti di allargare la produzione, ma dubito che ciò rientri nei suoi piani. Dunque: buon per chi può andarlo a trovare spesso! Alla faccia di chi vive fuori provincia…