Se le conseguenze di una annata acida e piovosa, nei vini rossi, possono facilmente tradursi in un deficit strutturale, in profili “smilzi” e in una certa rugosità tannica, dobbiamo ammettere che la tipologia dei Barbaresco, in particolare, ha saputo ben districarsi fra le maglie dell’incompiutezza grazie all’esaltazione di talune doti seduttive, insite nel proprio dna, che di nome fanno snellezza, freschezza ed ariosità aromatica (più che gustativa). Doti le quali, quando hanno avuto la fortuna di intercettare le giuste proporzioni e una densità di materia quantomeno bilanciata, hanno sortito effetti benefici sia sui vini che sul coinvolgimento emotivo del bevitore.
E infatti penso proprio che saranno la grazia, la snella profilatura e l’eleganza sottile delle etichette migliori della specie a risultare maledettamente utili al cospetto della tavola imbandita, quando la beva troverà ulteriori alleati nel calore alcolico mitigato, nel pungolo acido e nel grado di contrasto. E se la struttura light , in grado solo raramente di accogliere un’architettura tannica profonda e matura, non porterà forse giovamento nel medio/lungo periodo, potremo goderci da qui al futuro prossimo l’agilità e la spigliatezza dei Barbaresco ’14 senza chiederci troppi perché e con tutta la gioiosa istintualità del caso.
Ché poi è inutile nascondercelo: “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così” ‘sti Barbaresco mi stanno di un simpatico, ma di un simpatico….
ZONA BARBARESCO
CASCINA DELLE ROSE – BARBARESCO RIO SORDO 2014
Carezzevole e confidenziale, è un soffio di rinfrescante bellezza. Elegantissimo, sfumato, infiltrante e sottile: impossibile resistergli. Naturalezza a mille.
CASCINA DELLE ROSE – BARBARESCO TRE STELLE 2014
Sia pur meno “librato” e arioso del Rio Sordo, gli umori terrosi non ne disperdono la rotta, orientata su finezza, bevibilità e trasparenza espressiva. Mano artigiana, stile tradizionale.
BRUNO GIACOSA – BARBARESCO 2014
Affusolatissimo, acidità in resta, è al naso che sprigiona tutto il suo fascino e tutta la sua “capacità di racconto”. Mentre è una trama gustativa affilata e garbatamente nervosa a ribadire con minuziosa perizia le doti salienti di un’annata particolare.
SAN BIAGIO – BARBARESCO MONTERSINO 2014
Note mineral-ferrose ravvivano profumi che ancora giocano a nascondersi. Stile classico qui, dove una trama parzialmente ingessata nella dinamica lascia comunque voce alla droiture e alla tonicità.
BEL COLLE – BARBARESCO 2014
Sensazione fruttata in evidenza, ma ben contenuta. Succoso, nitido, dalla chiusura lineare e piacevole, non mostra una lunghezza e una complessità superiori ma si fa apprezzare per garbo e modulazione nei toni.
MASSERIA – BARBARESCO 2014
Alla sostanziale tonicità di un quadro aromatico poco espresso, annunciato da una leggera stria di cenere, risponde una bocca segaligna ed essenziale, la cui veemenza tannica toglie respiro al finale, e con il respiro la persistenza.
CERETTO – BARBARESCO ASILI 2014
Un buon timbro silvestre-mentolato instilla eleganza nel comparto dei profumi, sostenuto da un bell’alito di freschezza. Il sorso è lungo, calibrato negli accenti, in grado di spingere adeguatamente mantenendo salde le proporzioni e compatta la trama. Conclamata la forza espressiva.
LUIGI GIORDANO – BARBARESCO MONTESTEFANO 2014
Il respiro della classicità ci fa apprezzare melodia e dettagli. E’ seducente, sia pur largo di trama e rilassato nella dinamica. Grazie alla spontaneità, però, sopporterai di buon grado il pizzico di vegetale in sopravanzo e certe screziature aromatiche meno risolte.
MARCHESI DI BAROLO – BARBARESCO 2014
Sentori tropicali annunciano una manifattura smaliziata quanto inappuntabile, per un vino che si sviluppa soprattutto in larghezza sdilinquendosi in un abbraccio avvolgente e garbato, anche se non troppo profondo. In evidenza la dolcezza, in subordine la reattività.
PRUNOTTO – BARBARESCO BRIC TUROT 2014
Colore d’ordinanza (bello!) e finissimo corredo aromatico, giocato in filigrana su sentori floreali, agrumati e speziati. Davvero irresistibile al gusto: invitante, arioso, dettagliato, puro. Che buono!
CASTELLO DI VERDUNO – BARBARESCO 2014
La vitalità aromatica annuncia un sapore succoso e ben direzionato. Non proprio un mostro di incisività, a dire il vero, ma si muove con coordinazione, supportato da una dote di frutto bilanciata e dal dono dell’equilibrio.
SOCRE’ – BARBARESCO 2014
Un’evidenza finanche esibita di caramella al lampone apre ad un gusto accomodante, con una punta di dolcezza in esubero, lì dove frutto e morbidezza stanno di casa e non sembrano preludere a chissà quali approdi di complessità.
CASCINA MORASSINO – BARBARESCO OVELLO 2014
Colore saldo, profumi “da farsi”, freschezza. Qui il contributo alcolico si sente, anche se non ferisce, ma discreta hai l’ampiezza, apprezzabile il grado di contrasto. Certo il tannino “aguzzo” contrae un po’ troppo quel finale.
BOFFA CARLO – BARBARESCO PAJE’ 2014
L’impianto aromatico di matrice mineral-terrosa contempla freschi riflessi balsamici, ed è un bene. Di poche moine, la mancanza di ciccia non gli impedisce di far emergere un brillio sapido. E se il tannino mostra spigoli irriverenti, l’indole austera depone a favore di caratterizzazione.
CASCINA LUISIN – BARBARESCO RABAJA’ 2014
Bei profumi, intrigante umore di sottobosco, propensione verso le sfumature. Tono e saldezza non mancano, così come un certo grado di (irriducibile) rigidezza. Infatti, con il tannino ancora da fondersi, le contrazioni sono dietro l’angolo.
CORTESE GIUSEPPE – BARBARESCO RABAJA’ 2014
Profondità, articolazione, sinuosità e purezza. E’ proprio una bella caratterizzazione questa qua, ciò che si sviluppa lungo un sorso dinamico, succoso, rinfrescante, che conferma il Rabajà di Cortese ai massimi livelli nell’ambito della tipologia e dell’annata.
PODERI COLLA – BARBARESCO RONCAGLIE 2014
Buona freschezza, corroborata da intriganti risvolti di erbe aromatiche. E’ succoso, dritto, spedito, solo affilato nella chiosa, dove la montata tannica “stringe” un po’ la carreggiata e chiede tempo per distendersi.
ALBINO ROCCA – BARBARESCO RONCHI 2014
E’ una sensazione di compassata rilassatezza a pervadere (piacevolmente) lo spettro dei profumi. In piena coerenza, al gusto si allarga più che tendersi. Certamente accogliente, certamente misurato nei toni, appare semmai come in debito di grip e di reattività.
LA BIOCA – BARBARESCO RONCHI 2014
Uno dei pochi casi in cui il timbro boisé e l’impronta della “confezione” marcano notevolmente le trame, perlomeno in questa fase evolutiva. In bocca è avvolgente ma monocorde, con rilievi di chewingum alla liquirizia. Il dettaglio non è il suo forte.
Incontri ed assaggi effettuati nell’ambito della kermesse Nebbiolo Prima- Grandi Langhe nel mese di aprile 2017. Ringraziare l’organizzazione è un obbligo morale, non una formalità.
Giornalista pubblicista toscano innamorato di vino e contadinità, è convinto che i frutti della terra, con i gesti che li sottendono, siano sostanzialmente incanto. Conserva viva l’illusione che il potere della parola e del racconto possa elevare una narrazione enoica ad atto culturale, e che solo rispettando la terra vi sia un futuro da immaginare. Colonna storica de L’AcquaBuona fin dall’inizio dell’avventura, ne ricopre da anni il ruolo di Direttore Responsabile. Ha collaborato con Luigi Veronelli e la sua prestigiosa rivista Ex Vinis dal 1999 al 2005; nel 2003 entra a far parte del gruppo di autori che per tredici edizioni darà vita alla Guida dei Vini de L’Espresso (2003-2015), dal 2021 rientra nell’agone guidaiolo assumendo il ruolo di referente per la Toscana della guida Slow Wine.