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Author: Fabio Rizzari

Progetto Brix, qualche considerazione consuntiva personale

Il progetto Brix e l’Albana di Brisighella. A margine della recente degustazione organizzata dalla novella associazione e condotta dall’autore, qualche considerazione nel merito, per cercare di capire cosa renda peculiare e unica l’Albana, cosa sia da conservare nel portato storico e cosa sia da migliorare. E anche per apprezzare fin dove può arrivare l’ironia e la genialità di una scrittura “diversa”.

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I bianchi di Brix, un primo ballon d’essai

Come affermava saggiamente il capo indiano Waȟpéhn Waŋh (Sbadiglio Consapevole), “in estate è meglio bere un bianco fresco e poco alcolico anziché uno Zinfandel californiano con 59 grammi/litro di estratto e 16 gradi alcolici”.

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Reperti

Da una vecchia cantina, il reperto inatteso, un vecchio Cornas di Thierry Allemand. Fra malinconia e stupefazione.

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Sassicaia 2021: un contributo

Il Bolgheri Sassicaia è molto probabilmente il vino rosso più conosciuto prodotto in terra italica, e se non lo è poco ci manca. Nasce nella Tenuta San Guido, fondata dal santo omonimo (Guido Vagnottelli da Cortona, 1187- 1247) e resa famosa da Ribot, un cavallo dalle incredibili doti di degustatore.

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La riscossa di Bordeaux continua

Il recente seminario in quattro incontri che ho tenuto per l’Accademia Treccani a Roma sul vino di Bordeaux ha confermato che la celebre macroregione è in grande crescita. O meglio, in grande recupero della sua migliore tradizione storica. Il periodo della parkerizzazione, con i suoi vini eccessivi, fuori misura – e talvolta il suo circo Barnum di vini mostruosi, sfigurati da concentrazioni folli e da insopportabili strati di aromi legnosi – è ormai in buona parte alle spalle.

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La voce del vino

Non è la prima volta che scrivo in una forma apparentemente anti-monelliana, anti-soldatiana, anti-veronelliana, rendendomi quindi subito anti-patico. Lo faccio perché sicuro della mia granitica stima nella sacra trinità del vino italiano. Un’ammirazione vera, non di facciata. Penso però che non si possa stimare un critico se non criticamente, cioè non prendendo ogni sua posizione per sempre e comunque priva di lati d’ombra.

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La rappresentazione del teatro interno delle bevute

Le gerarchie e i punteggi qui non c’entrano, né il vanto di stappature illustri. C’entra la descrizione di un teatro interno, dove i personaggi si muovono su una scena scritta in anni e anni di esperienza. La rappresentazione delle bevute storiche importante per dare un senso e una prospettiva alle bevute attuali. Ecco dunue uno Château Mouton-Rothschild 1986, uno Château Latour 1959, uno Château Cheval Blanc 1929, uno Château Pichon Comtesse de Lalande 1982

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I poco noti ma gustosi vini del Vaud

I vini del Vaud, cantone svizzero che guarda il massiccio del Jura, non stanno propriamente sulla bocca di tutti, tanto per usare un eufemismo; un vero peccato, dal momento che qui si fanno vini sempre più ampi, armoniosi, succosi. Complice, verosimilmente, il famigerato cambio climatico, anche se la zona gode da sempre di un microclima favorevole alla vite e ha tradizioni vitivinicole antiche. Ecco un réportage enoico da Henry Cruchon…

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Un’ormai storica azienda di Verdicchio ritrovata dopo un quarto di secolo

Nel mio cartellino di prove pluridecennale, non esiste una varietà italiana capace di restituire con altrettanta puntualità bianchi stilizzati, luminosi, pieni di energia, anche sorprendentemente longevi. Un’azienda del comprensorio jesino che ho conosciuto appena varata, un quarto di secolo fa, e che ho ahimè perduto di vista negli ultimi 24 anni, è Montecappone.

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Un nuovo libro su vini francesi (oggi) sorprendenti

Luoghi, persone e vini nel nuovo libro di Giorgio Fogliani dedicato al Languedoc e Roussillon, dipartimento francioso generoso dispensatore di bottiglie, oggi più che mai al centro di una importante rivistazione stitlistico interpretativa volta a sfatare i luoghi comuni più ritriti.

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La malinconica bellezza del nebbiolo

Il nebbiolo fa nascere rossi malinconici. Rossi di grande bellezza in molti casi, certo; ma rossi di carattere malinconico, autunnale, introverso. È un’uva-vino che capisco soprattutto quando parla in modo sussurrato. Se canta con voce piena, spiegata, può riempire di suono tutta la sala-palato, giù giù fino alle ultime file-gola. Ma io resto un po’ stordito, come se avessi le orecchie a due centimetri dalla bocca del baritono.

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Il vino è bevanda arcaica, e un bianco sfolgorante

La cacofonia universale dei social, e più in generale la bulimia di pseudo-comunicazioni attuali (fatte al 99,7% da scambi di immagini e video, con il linguaggio delle parole ridotto a rametti rachitici senza vita) si fonda sul desiderio ossessivo di novità. I cronisti del vino smaniano alla ricerca del “vino nuovo”, dei “fenomeni nuovi nel vino”, delle “nuove tendenze nel vino”….

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I quattro quinti a Barbaresco

Di un (ancora) mirabolante Rabajà 2001 e di come l’architettura di un vino sopporti un certo grado di tensione strutturale indotta dall’alcol, oltre il quale l’intero edificio collassa.

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Veni, vidi, bibi

Dopo un breve compendio delle “stronzate” da enosnob, l’incontro con un vino buono, che va giù con gusto, che è “genuino”, come si diceva una volta: il Valpolicella 2015 di Quintarelli

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Jayer in Calabria

I vini assai interessanti (e dai costi misurati) dell’azienda calabrese Spiriti Ebbri, i cui animatori trassero ispirazione da un’intervista sul Gambero Rosso ad Henri Jayer, mitico vignaiolo di Vosne

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Cosa ci riserva il futuro

Qualche sera fa, nel corso di un incontro di approfondimento, abbiamo provato a rispondere ad alcuni interrogativi universali dell’umanità: chi siamo? da dove veniamo? esiste una dimensione ultraterrena? sconfiggeremo le malattie, ripudieremo per sempre la guerra? sarà possibile per l’Uomo, in un lontano futuro, tornare a comprare i vini di Borgogna?

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I vini di Hitchcock

L’Oltrepo’ Pavese che incrocia le predilezioni di un certo Alfred Hitchcock, l’incrollabile tenuta al tempo di un rosso sentimentale e tenace, il garbo diffuso di una firma enoica oltrepadana con oltre cento anni di attività alle spalle. E’ un bel vedere.

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Un personaggio/faro della Borgogna storica

Ammettiamolo, la Borgogna inizia un po’ a stancare. Saranno i prezzi, per citare la prima causa: cresciuti esponenzialmente nell’ultimo decennio, stanno mostrando solo negli ultimi tempi cenni di flessione e di rientro in parametri umani, ma rimangono pressoché inavvicinabili per il portafoglio di un normale bevitore di vino.

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L’ascesa del Beaujolais

Nonostante le difficoltà che ha sul piano delle vendite, il vino del Beaujolais mi pare uno degli attori più promettenti per il futuro, almeno qui in Italia. Non mi occupo di flussi di mercato né traggo auspici dalle viscere degli uccelli, quindi posso sbagliarmi.

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Todos caballeros

Non documentata sul piano storico, la presunta sentenza di Carlo V todos caballeros (faccio “tutti cavalieri”) è passata a indicare comunemente la facile scorciatoia di premiare chiunque senza distinzioni. Oggi si todocaballerizza tutto e tutti. Prima ancora che la pratica, l’attitudine critica preventiva – che non significa partire con dei pregiudizi negativi, significa essere e restare sempre all’erta – è il progetto stesso di offrire una visione critica a essere pressoché scomparso.
In ogni campo, o quasi.

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Come una vecchia radio

Una conversazione con un enofilo accesissimo nella difesa aprioristica del vino “anarchico”, ovvero “libero da camicie di forza tecniche”. Con tanto di dichiarazione baldanzosa: “il vino deve essere libero di essere se stesso, anche se questo comporta quelli che voi chiamate difetti. E che per me difetti non sono, ma rappresentano il carattere del vino come individuo unico”.

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La più bella regione viticola di Francia

Per iniziare toccandola piano, l’Alsazia è la più bella regione viticola di Francia. Non dico che i suoi vini siano i più belli di Francia; di sicuro, per me, lo sono i suoi vigneti, i suoi borghi, il suo paesaggio in senso lato.

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Come guidare il vino: nozioni di base

I vini come auto da guidare. Oggi i vini sono come auto più affidabili, hanno buoni sistemi di sicurezza, sono affidabili nella loro espressione. Non come nel decennio 1996/2006, per esempio quando spesso i vini erano quasi inguidabili: Barolo con il motore in mogano, Brunello turboalimentati. E poi quando ti capita di guidare un Metodo Classico inglese…

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Tre sorprendenti rossi sardi

Nonostante nell’èra digitale le informazioni viaggino senza confini, le novità che provengono dalla Sardegna stentano a farsi strada. Rimediamo qui con le recensioni di tre vini a loro modo nuovi, originali, in parte imprevedibili

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Un binomio consigliabilissimo

Per l’appassionato di vini è una piacevolissima realtà, oggidì gli scaffali sono pieni di vini non soltanto ben fatti, ma anche originali e a tratti sorprendenti. È remota l’epoca delle bottiglie che somigliavano alla scatola a sorpresa con pupazzetto a molla: non si sapeva mai cosa sarebbe saltato fuori, se un buon bianco o un frullato di banana, se un rosso bevibile o un centrifugato di legno.

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