“Santi e bevitori”, un viaggio nel nostro rapporto con l’alcol
Un viaggio, fra l’ironico e il dolente, nel nostro rapporto con l’alcol
Un viaggio, fra l’ironico e il dolente, nel nostro rapporto con l’alcol
Che i Castelli Romani abbraccino una produzione vitivinicola storica e vocata è un fatto acclarato e consolidato, che la qualità di queste produzioni sia di ottimo livello e di valore internazionale è altrettanto vero. Allora perché sorprendersi nel degustare i vini di Casata Mergè e percepire fragranze di vissuto o sentori di autenticità? Perché emozionarsi tra sorsi che raccontano di memorie e passioni?
Della incredibile storia di Carlo Parenti ne apprezzi il coraggio e il fatalismo. Perché lasciare la propria città (Milano), la casa e il lavoro senza alternative concrete, mossi soltanto dall’idealità e dalla speranza di poter ricostruire una vita che potesse fregiarsi di un segno più personale, porta in sé e con sé i germi dell’ingegno e della follia.
Ampia panoramica di vini alsaziani scaturita da un evento milanese organizzato dal CIVA (Comitato Interprofessionale dei vini d’Alsazia), al quale hanno partecipato dodici importanti produttori. Un’occasione per una ricca disamina delle caratteristiche della viticoltura di una delle regioni vitivinicole più interessanti d’Europa, che non a caso ha buon successo e ampio mercato in Italia
Come affermava saggiamente il capo indiano Waȟpéhn Waŋh (Sbadiglio Consapevole), “in estate è meglio bere un bianco fresco e poco alcolico anziché uno Zinfandel californiano con 59 grammi/litro di estratto e 16 gradi alcolici”.
Le potenzialità di una annata come la 2019 a Montalcino trovano esplicita conferma a Le Ragnaie, da quando ti accorgi che i vini mettono sul piatto una capacità di dettaglio e una qualità estrattiva che hanno pochi eguali, certificando d’imperio, da un lato, la bontà del millesimo, dall’altro le reali potenzialità di alcuni terroir ad accoglierne le sollecitazioni migliori.
Viaggio nella storia e nella cucina di Lampedusa, dove il pescato fresco è il pescato fresco, e dove fra offerte gastronomiche isolane di sicura afidabilità si nasconde anche qualche chicca d’autore.
A Segalari cambia il mondo. In teoria ti troveresti a Bolgheri, o per meglio dire nell’areale attorno a Castagneto Carducci, ma non è la Bolgheri che intendi tu. Per arrivare fin quassù trapassi boschi, guadi torrenti, e in mezzo a un bosco alla fine ti ritrovi.
Da una vecchia cantina, il reperto inatteso, un vecchio Cornas di Thierry Allemand. Fra malinconia e stupefazione.
Nel panorama sempre più dinamico ed eclettico della Valtellina del nuovo millennio, Cantina 1881 rappresenta un felice caso di sintesi. Si trova a Poggiridenti, nella zona dell’Inferno, in un palazzo nobiliare settecentesco che ha un torchio secolare del 1881 (da cui il nome della cantina) e ospita tre piccole, diverse realtà accomunate da analoghi intenti e principi: Cantina Riter, Agrilu e Dario Stazzonelli.
Gabriele Buondonno, di origini napoletane, approdò alla Piazza nel 1988 spinto da una serie di accadimenti fortuiti. Assieme alla moglie, entrambi laureatisi in agraria, cercavano un luogo in cui poterci costruire sopra un futuro. E qui, per caso, approdarono…
Incorsione nel catalogo della distribuzione Partesa, importante e imponente realtà con 40mila clienti e molte cantine interessanti
A San Miniato, borgo fra Pisa e Firenze celebre per il tartufo bianco pregiato, una cantina in cui gli sforzi fisici e intellettuali sono finalizzati per far esprimere al massimo la personalità dei vitigni autoctoni: sangiovese, certo, ma anche trebbiano, colorino, malvasia nera. Con risultati assai interessanti.
Ampie e “puntute” riflessioni sulle cerimoniosità e rigidità che spesso accompagnano il mondo del vino, allontanandolo dalle giovani generazioni
Esiste il terroir, o è un mito creato dai monaci circercensi e alimentato dalla Revue du vin de France?”, io personalmente rispondo: il terroir esiste, ma è un mito; è un mito, ma esiste. Come tutti i miti fondati, trae giovamento dall’essere demitato, o come dicono altri, demistificato
Conosco la famiglia Pasetti da tanti anni. Quando penso a loro, mi viene sempre in mente il film d’animazione “Polar Express”, quello dove un Tom
Una esplorazione del presente e del futuro dell’enoturismo in Italia, esaminando tendenze emergenti, sfide e opportunità per i produttori di vino e i loro territori
Il Bolgheri Sassicaia è molto probabilmente il vino rosso più conosciuto prodotto in terra italica, e se non lo è poco ci manca. Nasce nella Tenuta San Guido, fondata dal santo omonimo (Guido Vagnottelli da Cortona, 1187- 1247) e resa famosa da Ribot, un cavallo dalle incredibili doti di degustatore.
Ampio e ragionato report dalla settima edizione di Taste Alto Piemonte, dedicato ad un’area che non è più soltanto una curiosità enologica per gli amanti del buon vino piemontese. Infatti da circa 15-20 anni, ancor più negli ultimi dieci, l’Alto Piemonte è diventato un territorio degno di rispetto e capace di sorprendere i mercati nazionali ed esteri. Con il nebbiolo protagonista, accomopagnato da interessanti uve autoctone
Una folta pattuglia di vignaioli d’Oltralpe radunata dalla distribuzione di Champagne “Le Bollicine” è sbarcata nella costa tirrenica toscana per presentare i propri Champagne. E per fornire spunti di riflessione su quanto sia multiforme e sfaccettato questo vino
Sono ancora circa un centinaio le famiglie storiche che gestiscono oltre 250 ettari di vigneti, a cui si aggiungono altri 300 ettari di uliveti, in una cooperativa che affronta il ricambio generazionale con una base consistente di giovani soci sta acquistando nuovi terreni e investendo in un progetto di qualità, con l’auspicio di trainare l’intero movimento vitivinicolo del territorio. Qui parliamo di bellone, un’uva a bacca bianca le cui prime notizie risalgono ai tempi di Plinio il Vecchio
Il Consorzio Vini Alto Adige ha scelto sei vini per rappresentare la produzione vitivinicola del suo straordinario territorio che grazie all’unicità di orografia, suoli e clima si pone ai vertici qualitativi in Italia e non solo. Ma la differenza la fanno i 4800 vignaioli che lavorano 5800 ettari di vigneti con intelligenza e determinazione, e con una cultura del lavoro più unica che rara
Podere Casanova è anima e passione di Isidoro Rebatto e Susanna Ponzin, della loro origine veneta, del loro impegno per la sostenibilità, della loro visione e, come dicono loro stessi, “della convinzione che rappresenti le peculiarità delle nostre migliori risorse: la seduzione della bellezza, il piacere del gusto, i paesaggi dell’armonia.”
Sbuchi dal bosco e c’è un altro tempo. Ma non meteorologico, proprio un altro tempo, con un’altra scansione. Alla Fabbrica di San Martino scorre diversamente, non c’è niente da fare, e in un modo tutto suo, facendo da ponte a una sensazione di generale rilassatezza e di sottile benessere che ti prende all’istante, quando approdi in quel posto lì. E’ la quiete attesa.
Tanto per cambiare, il mio Vinitaly edizione 2024 è stato piuttosto convulso. Degustazioni da tenere, numerosi graditi inviti da produttori di vini e denominazioni non
Il recente seminario in quattro incontri che ho tenuto per l’Accademia Treccani a Roma sul vino di Bordeaux ha confermato che la celebre macroregione è in grande crescita. O meglio, in grande recupero della sua migliore tradizione storica. Il periodo della parkerizzazione, con i suoi vini eccessivi, fuori misura – e talvolta il suo circo Barnum di vini mostruosi, sfigurati da concentrazioni folli e da insopportabili strati di aromi legnosi – è ormai in buona parte alle spalle.
Una panoramica dei vini di una delle grandi cantine cooperative dell’Alto Adige
Nell’affollato panorama della gelateria artigianale italiana, dove la ricerca della qualità è diventata un’ossessione per i migliori maestri, Francesco Dioletta, delle rinomate Gelaterie Duomo de
Un convegno sulla comprensione del vino a partire dall’analisi agronomica del terroir, organizzato da Marjan Simčič Domaine, è stato l’occasione per comprendere il concetto di indice di Bigot, un metodo di valutazione scientifico del potenziale qualitativo di un vigneto frutto di anni di ricerche dell’agronomo Giovanni Bigot. E, last but not least, per una approfondita conoscenza “sul campo” dei cru della storica cantina di Marjan Simčič e dei relativi risultati nel bicchiere
Un viaggio in compagnia del vino-mito delle Cinque Terre, che grazie a una serire di vignaioli avveduti ha ritrovato la dimensione dell’unicità. In fondo, un viaggio nelle Cinque Terre, nei loro paesaggi d’incanto e nelle ataviche tradizioni contadine.
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