Valorizzare vitigni autoctoni o radicati, comunque la si veda, è una figata. Da ogni punto di vista, da quello del produttore a quello del fruitore/consumatore. Per non parlare di quello di un narratore o di un cronista. Questo piccolo affresco è dedicato a tutta una serie di rossi toscani ricavati in purezza da vitigni a bacca nera che non siano il sangiovese. Sono risorgive, riaffioramenti preziosi, testimoni ispirati di antiche consuetudini portate in emersione da viticoltori coscienziosi. Mettono il cuore oltre l’ostacolo, e tratteggiano altre strade, altre possibilità. E’ bello poterle percorrere, così come è bello poterle raccontare.
Seconda e ultima puntata della “Prospettiva” dedicata ai Sangiovese toscani fuori dal coro. Qui si scarta davvero di lato, aprendo a praterie di possibilità. Gli orizzonti sono luminosi, il futuro all’altezza. Perché questo fermento di idee, pulsioni e progetti costellati di piccoli grandi vini e sincerità, non può che far bene all’enologia toscana e nazionale tout court.
Il ritorno della prospettiva del bufalo è dedicato ai Sangiovese di sponda toscana fuori dal coro: vini “obliqui”, che magari non ti saresti atteso, oppure che non conoscevi, o che sanno scartare di lato. Di quelli che, indipendentemente dal tasso di complessità, disegnano traiettorie espressive con le quali è bello averci a che fare. Di quelli che ti attraggono e non sai perché, o forse lo sai ma non ti importa di spiegarne i motivi.
Splendido affaccio sulla piana di Lucca, alla Fattoria Colle Verde non ci capiti per caso, ma di proposito. E fai bene. Nei ricordi restano le enormi discussioni sul mondo del vino con l’ex proprietario Piero Tartagni, i suoi splendidi oli, la sua compagnia; nell’attualità c’è un importante rivolgimento in atto, da quando la proprietà è passata nelle mani della famiglia Engels, a sua volta affidatasi al duo Gabriele Bartalena (agronomo e memoria storica aziendale) e Marco Vannuccci, enologo di casa dal 2022…
Il trentennale della nascita del Consorzio Bolgheri può ben giustificare una festa. E festa grande è stata, con tutti i crismi dell’unicità, glamour incluso. Ma quel che più interessa a noi “secchioni” è stata l’opportunità di poter assaggiare in anteprima mondiale i Bolgheri Superiore 2022, che usciranno sui mercati dal prossimo gennaio 2025. Qui proviamo a immaginarci come è andata, e come andrà.
Rocco Toscani (figlio di Oliviero) sta facendo tesoro della sua umiltà. Non era scontato, con il nome che porta, ma è andata così. Un’umiltà intrinseca, connaturata, che insaporisce con una forte passione; in azienda fa tutto, il vignaiolo per esempio, e governa con occhio sensibile un piccolo paradiso di biodiversità affacciato sulle alture di Casale Marittimo, in un luogo che è sì collina ma anche un po’ mare…
Della incredibile storia di Carlo Parenti ne apprezzi il coraggio e il fatalismo. Perché lasciare la propria città (Milano), la casa e il lavoro senza alternative concrete, mossi soltanto dall’idealità e dalla speranza di poter ricostruire una vita che potesse fregiarsi di un segno più personale, porta in sé e con sé i germi dell’ingegno e della follia.
Le potenzialità di una annata come la 2019 a Montalcino trovano esplicita conferma a Le Ragnaie, da quando ti accorgi che i vini mettono sul piatto una capacità di dettaglio e una qualità estrattiva che hanno pochi eguali, certificando d’imperio, da un lato, la bontà del millesimo, dall’altro le reali potenzialità di alcuni terroir ad accoglierne le sollecitazioni migliori.
A Segalari cambia il mondo. In teoria ti troveresti a Bolgheri, o per meglio dire nell’areale attorno a Castagneto Carducci, ma non è la Bolgheri che intendi tu. Per arrivare fin quassù trapassi boschi, guadi torrenti, e in mezzo a un bosco alla fine ti ritrovi.
Gabriele Buondonno, di origini napoletane, approdò alla Piazza nel 1988 spinto da una serie di accadimenti fortuiti. Assieme alla moglie, entrambi laureatisi in agraria, cercavano un luogo in cui poterci costruire sopra un futuro. E qui, per caso, approdarono…