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Diari dei Colli di Luni. La Pietra del Focolare: storie di affetti, o il valore dell’indipendenza

Stefano Salvetti, vignaiolo pensante & autoctono dei colli di Luni, è un battitore libero piuttosto insofferente alle leggi del branco, un purista del Vermentino e un severo critico del proprio operato. Di più, una persona estremamente sensibile, un pittore amatoriale e un appassionato velista. Stefano ama la sua famiglia, quello sì, assieme alla quale e per la quale ha costruito pezzo dopo pezzo La Pietra del Focolare, eppure conosce e frequenta la bellezza del pensiero solitario, quando di fronte a lui c’è il mare. Stefano ama la natura per come si manifesta e vive di un’illusione: trasfonderla in ogni suo vino, ciascuno per quello che la natura del luogo da cui discende gli suggerisce e gli dà.

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Diari dei Colli di Luni. La Colombiera: in una botte di Ferro, con il Terrizzo nel cuore

Se dovessi costringermi ad una forzata sintesi di quella che è stata la storia di La Colombiera, ebbene questa non potrebbe che assumere i contorni della “classicità”. La quale, calata nell’enomondo, da un punto di vista caratteriale e dell’animo umano significa discrezione, sobrietà, basso profilo, lavorìo silenzioso e senza compagnie cantanti; da un punto di vista enoico coerenza interpretativa, rigore tipologico, dignità territoriale.

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Diari dei colli di Luni. Ottaviano Lambruschi e il Vermentino (Ottaviano Lambruschi è il Vermentino)

Non so se ogni gesto ascrivibile alle ragioni dell’eroismo si porti sempre con sé le conseguenze di tale unicità, ma illudersi che succeda è legittimo: fa bene alle storie, e fa bene ai pensieri. Nel caso di Ottaviano Lambruschi poi, l’ex cavatore divenuto il decano fra i vignaioli dei Colli di Luni, non fai molta fatica a rintracciarvi felici corrispondenze euritmiche.

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