Le grandi denominazioni del vino toscano unite per rilanciare il turismo

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È fondamentale riattivare il turismo – interno ed europeo – verso la Toscana che possiede risorse territoriali e enogastronomiche straordinarie e di grande appeal, strategiche per ripartire nel 2021, dopo gli ultimi difficili mesi. La filiera del vino lavora ad una strategia per sollecitare i consumi – del settore ma non solo – in modo da avviare la ripresa, focalizzandosi sulla necessità di essere sempre più attrattivi sul mercato e investendo sul connubio enogastronomia e turismo. Per il 26% dei turisti l’enogastronomia è la prima motivazione di viaggio in Italia e nel 2019 il 90% dei turisti ha fatto almeno un’esperienza enogastronomica*.

Stiamo proponendo  alla Regione – nelle figure degli Assessori all’ Agricoltura e al Turismo – di rimettere in moto in maniera coesa la grande macchina enoturistica Toscana con un grande evento che si rivolga al consumatore, in calendario a fine maggio subito dopo le Anteprime toscane pensate invece per la stampa e gli operatori del settore”, racconta Francesco Mazzei che in veste di presidente di A.VI.TO,  l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP che riunisce 22 Consorzi Vitivinicoli che forniscono più del 90% della produzione regionale con oltre 1 miliardo di fatturato (11% di quello nazionale), esplicita la necessità e l’urgenza della Toscana del Vino di voler rilanciare il territorio come “destination” per un target di consumatori medio e alto che normalmente acquista il vino Toscano.

L’enoturismoche, al di là delle evidenti complicazioni dovute alla particolare situazione degli ultimi mesi, è un fenomeno in forte crescita in tutti i territori vitivinicoli del mondo – è il volano per riattivare i flussi di visitatori, intensificando le possibilità commerciali dei nostri vini a livello nazionale e internazionale, dopo la battuta d’arresto dovuta all’emergenza sanitaria”, spiega Donatella Cinelli Colombini, vice-presidente di A.VI.TO e ideatrice del progetto che aggiunge “stiamo studiando un evento dal format immediato e dalle ampie dimensioni – in termini di coinvolgimento del pubblico – che vuole sollecitare i consumi non solo per il settore vinicolo ma anche in termini di hospitality, somministrazioni e shopping e che possa rivitalizzare l’economia turistica regionale e l’agroalimentare di qualità”.

Non a caso si sta ragionando sul periodo che coincide con la Pentecoste – che tradizionalmente apre la stagione turistica in particolare dei Paesi nord europei – e che va ad accodarsi alle Anteprime Toscane – nel 2021 posticipate alla primavera e da sempre momento clou in cui il sistema toscano si presenta ai mercati e ai media internazionali con le nuove annate.

Si punta a coinvolgere 1000 cantine e 5000 tra ristoranti e enoteche, oltre a tutto il sistema ricettivo tra alberghi, B&B e agriturismi; Firenze potrebbe essere il fulcro dell’iniziativa con una proposta speciale pensata per offrire una total wine experience unica agli appassionati. Dettagli ancora in definizione ma il progetto permetterà di proporre ai tanti winelovers di tutto il mondo i grandi vini toscani in abbinamento con i sapori più tradizionali e caratterizzanti della Toscana, nella suggestiva cornice delle cantine, dei ristoranti, delle enoteche e dei centri storici. I locali presenteranno cibi DOP-IGP e piatti tradizionali insieme ai vini toscani al calice. Le cantine rimarranno aperte con orario continuato per accogliere i turisti e offriranno pacchetti studiati ad hoc per l’occasione.  I centri storici saranno animati da serate in musica e varie altre attrattive.

Se si considera la grave crisi del turismo, legata alla pandemia, stimato in calo a livello mondiale del 70% (fonte UNWTO Organizzazione mondiale del turismo) e, per quanto riguarda l’Italia, del 58% (TradeLab per Federvini), occorre ripartire con forza facendo leva sull’immagine e il prestigio della Toscana come meta prediletta, facendo leva sul ruolo da protagonista indiscussa che oramai incarna stabilmente nel mondo enologico internazionale. L’obiettivo di questa kermesse, che dovrà replicarsi tutti gli anni, è quindi quello di rilanciare il territorio e, contemporaneamente, di accrescere le opportunità commerciali per le imprese vinicole, per quelle alimentari e per tutte le attività legate al comparto turistico.

*fonte Roberta Garibaldi, 2020, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano.

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