Trieste spazzata dalla bora ti accoglie come luce. I palazzi bianchi sulle sue piazze fronte mare.
Trieste multietnica, con le sue comunità greche, croate, slovene, serbe, ebraiche… un condensato di storia e culture.
Zona rossa, i buffet sono avvezzi a fare asporto. Alla Trattoria da Giovanni in Via San Lazzaro bolle la caldaia del bollito misto alla triestina, e fan bella mostra di sé i prosciutti, crudo e cotto, rigorosamente al coltello.
Un panino croccante con la porcina, senape e grattata di cren, e un bicchierotto di Malvasia è quello che ci vuole per sentire anche noi parte di questo internazionale estremo lembo d’Italia.
Ben dopo il tramonto, guardando a ovest, un cielo nitido e indaco si riflette in mare più scuro, passando per una compatta striscia color mattone che fa fatica a spegnersi. Un inaudito senso di profondità, rotto dallo sbrilluccichio di quale luce sulle costa lontana, forse Venezia: “E’ sempre così dopo la bora…”