Diari di campagna 2024/ Le Ragnaie, a Montalcino

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Le potenzialità di una annata come la 2019 a Montalcino trovano esplicita conferma a Le Ragnaie, da quando ti accorgi che i vini mettono sul piatto una capacità di dettaglio e una qualità estrattiva che hanno pochi eguali, certificando d’imperio, da un lato, la bontà del millesimo, dall’altro la reale attitudine di alcuni terroir ad accoglierne le sollecitazioni migliori.

Riccardo Campinoti e la sua squadra di lavoro, nel giro di una ventina di vendemmie, hanno proiettato in alto Le Ragnaie, nella sostanza e nell’immaginario collettivo: visione chiara degli obiettivi, agronomia pulita, protocolli enologici tradizionali (ma con una cura del particolare decisamente attualizzata), curiosità intellettuale (qui oltre a farli, i vini, si bevono), spirito borgognone nel tentativo di nobilitare le singole parcelle.

Il parco vigneti è un mosaico di possibilità, esplicitato attraverso l’elaborazione di ben 5 cru di Brunello. Si passa dalle arenarie e dalle quote significative del Passo del Lume Spento e di Pietroso agli antichi letti lacustri di Castelnuovo dell’Abate, per arrivare alla formazione di Santa Fiora che caratterizza Montòsoli.

I cru ’19 di Riccardo sono vini “trasparenti”, si muovono con enorme disinvoltura accogliendo ariosità e respiro, e sfoggiano una purezza varietale che a seconda dei casi sa farsi candida o fremente, reattiva o colloquiale.

Petroso è armonia e carezzevole seduzione di frutto; Casanovina Montosoli possiede il fremito della mineralità e il velluto tattile dei giorni di festa; Passo del Lume Spento porta con sé un nome che più evocativo non si può, ma soprattutto solennità e finezza, forza acida e riflesso di agrume; Vecchie Vigne (VV) è nervo e contrasto, portamento e salinità, con la giusta energia per prefigurare un futuro all’altezza. Sono figli del medesimo protocollo enologico, che predilige macerazioni lunghe a cappello sommerso senza dinamicizzare ulteriormente i mosti.

Ma non di solo Brunello si vive: il Rosso di Montalcino ’21 è una piccola delizia, fatta di minuzie e sfumature sottili. E poi ci sono i vini “quotidiani”, che onorano le rispettive tipologie parlando il linguaggio dell’autenticità: Chianti Colli Senesi, Troncone, tutti Sangiovese schiettamente golosi, in compagnia dei quali stai bene.

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