Il trentennale della nascita del Consorzio Bolgheri può ben giustificare una festa. E festa grande è stata, con tutti i crismi dell’unicità, glamour incluso. Ma quel che più interessa a noi “secchioni” è stata l’opportunità di poter assaggiare in anteprima mondiale i Bolgheri Superiore 2022, che usciranno sui mercati dal prossimo gennaio 2025.
Una vendemmia che viene dopo la 2021 ( ma va?), che qui a Bolgheri ha fatto registrare una felicità espressiva rimarchevole, e che quindi partiva con una pregiudiziale a suo carico, stante anche un andamento stagionale alquanto stressante per suoli e viti (calura, assenza di piogge, siccità), e che già negli assaggi dei Bolgheri “annata” 2022 di pochi mesi prima aveva palesato più di un limite in termini di profondità e di tannino. Un trend in buona parte qui riproposto, anche se in questo caso una più attenta selezione delle uve (e una maggiore attenzione, colta qua e là, a non calcare la mano sulle estrazioni) non ha reso così evidenti particolari defaillance: certo è che non verrà ricordata fra le indimenticabili.
Premessa la delicata fase evolutiva in cui sono stati assaggiati i vini (in parte campioni da vasca o da botte, in parte reduci da imbottigliamenti recenti), ciò che porta con sé l’aspettativa salvifica di una maggiore chiarezza espositiva nel prossimo futuro; premessa la circostanza fattuale di un cambiamento climatico che fa sentire il proprio peso anche in questo terroir di per sé già temperato e mediterraneo, a mancargli a ‘sti vini qua non è certo il vigore, il calore (sigh!) o la sostanza, quanto la vibrazione del grande millesimo. Da un lato impalcature tanniche non sempre ben distribuite e a volte “verdine”, dall’altro il rigoglìo della materia con le circuizioni dell’alcol, non stanno certo lavorando a favor di compiutezza.
E quindi ancor più effetto sorpresa hanno creato quei vini decisamente riusciti in termini di equilibrio e misura estrattiva, da quando senti che il frutto non ridonda, la trama non si spancia, la concentrazione assume un suo naturale calibro, il tannino una sua lineare stratificazione. E non va nemmeno sottaciuta la ormai generalizzata perizia tecnica con la quale le cantine bolgheresi stanno affrontando le insidie di annate non sempre favorevoli, in certi casi vero e proprio toccasana per mettere in quadra ciò che in quadra non è.
Detto ciò, dei 43 campioni in assaggio il commento è associato a soli 26 vini, quelli a parer mio più leggibili, dai quali ho potuto cogliere segni utili alla loro decifrazione (in taluni casi decrittazione). Per tutti gli altri ho preferito soprassedere, perché disegno e sostanza risultavano troppo obnubilati dallo “stato dell’arte” della campionatura, circostanza in buona parte scusabile per via della particolare fase evolutiva in cui sono stati còlti, insidiosa di per sè dal punto di vista della stabilità dei campioni stessi e della conseguente loro lettura.
Per esaustività di trattazione elenchiamo comunque i nomi presenti e non recensiti: Donne Fittipaldi, Mulini di Segalari, Fattoria Casa di Terra, Poggio al Tesoro, La Cipriana, I Luoghi, Fabio Motta, Bell’Aja, Campo alle Comete, Giorgio Meletti Cavallari, I Greppi, La Madonnina, Satta (Piastraia), Orma, Tenuta Guado al Tasso, Terre del Marchesato
Ah, mancava all’appello Sassicaia 2022; c’è chi se lo spiega con il fatto che il parterre era riservato ai Bolgheri Superiore (e quindi non al Bolgheri Sassicaia), ma secondo me non sta: più semplicemente penso che, come già accaduto in passato, l’azienda abbia ritenuto il vino in una fase troppo embrionale per presentarlo alla stampa.
L’ordine con cui compaiono le note di degustazione non è meritocratico, rispetta soltanto la sequenza di assaggio proposta dal Consorzio. Quanto alle predilezioni o ai bemolle, come sempre ci affidiamo alle parole (ma anche ai silenzi).
Nota a margine: all’occorrenza, accanto al nome del vino, è stato indicato campione da botte (cb) o campione da vasca (cv). Dove non segnalato si tratta di vini imbottigliati.
Infine, un ringraziamento non di rito al Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, per l’invito, le attenzioni e la puntualissima organizzazione di Bolgheri DiVino.
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CANTINE BONACCHI – BOLGHERI SUPERIORE GERBIDO 2022 (cb)
Facendo perno su uno degli impianti aromatici più freschi e “nettati” dell’intero consesso, mostra proporzioni adeguate, equilibrio alcolico, corpo medio e profilo affusolato. Non contempla eccessi, insomma, casomai una certa essenzialità che va a semplificarne il costrutto.
PODERE IL CASTELLACCIO – BOLGHERI SUPERIORE 2022 (cb)
Una ricchezza che non straborda, in grado di preservare un’idea di integrità e di sana gioventù. Di bella forza espressiva, spinge e si tende, “espettorando” sale, resine e umori di liquirizia.
PIETRANOVA – BOLGHERI SUPERIORE RENZO 2022 (cb)
Non manca di ampiezza gustativa, e neanche di seta tattile; certo l’alcol conta, e poi la dolcezza risultante dal combinato disposto frutto/rovere tende ad apportare al sorso una sensazione di stucchevolezza.
PIETRANOVA – BOLGHERI SUPERIORE LIBORIO 2022 (cb)
Di materia certa e dichiarata compattezza, è succoso anche se manca di dettaglio, con l’alcol a circuirlo e a scaldarne la trama.
TENUTA DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE BOLGHERESE 2022 (cb)
Di spiccata propensione alla beva, ecco un Bolgheri flessuoso, sfumato, elegante e oltremodo aperto al dialogo. Potresti domandarti circa il suo futuro, ma l’equilibro oggi è un reale punto di forza.
CA’ MARCANDA – BOLGHERI ROSSO CAMARCANDA 2022 (cv)
Il rovere ha lasciato strascichi resinosi-liquiriziosi da ammansire, e il vino è ancora alla ricerca della piena distensione, ma la freschezza balsamica, il contegno signorile e il tono di austerità che ne permea le trame depongono a favore di futuro.
CAMPO AL MARE – BOLGHERI SUPERIORE BAIA AL VENTO 2022 (cv)
La freschezza non manca, con un sacrificio semmai in termini di maturità fenolica, perché l’afflato vegetal-balsamico contempla contrazioni, il tatto un pizzico di rugosità e il tannino una certa ostinazione.
CERALTI – BOLGHERI SUPERIORE ALFEO 2022 (cv)
Pulito e netto, di manifattura smaliziata, dalla sua può vantare proporzioni adeguate e una struttura bilanciata. Il tannino invece tende a stringere (fin troppo) la carreggiata.
FORNACELLE – BOLGHERI SUPERIORE FOGLIO 38 2022 (cv)
Qui respiri un classico Bolgheri-style dai toni caldi e ferrosi in odor di Mediterraneo. E se l’alcol batte un colpo, resta un vino comunque efficacemente caratterizzato.
LE NOVELIRE – BOLGHERI SUPERIORE RE DIALE 2022 (cv)
Ha personalità, si muove bene, conserva ritmo e sale, e possiede una concentrazione calibrata. Un buon viatico.
TENUTA LE COLONNE – BOLGHERI SUPERIORE LE COLONNE 2022 (cv)
Un pizzico di “verzura” in eccesso, che cogli in quel finale affilato; per il resto profondità aromatica, freschezza, tensione e diffusione.
TENUTA MERAVIGLIA – BOLGHERI SUPERIORE MAESTRO DI CAVA 2022 (cv)
Fresco e contrastato, integro e futuribile, richiama nei modi un carattere bordolese-mediterraneo di generosità trattenuta e sano turgore. Le fondamenta sono eleganti, il vino distintivo.
AIA VECCHIA – BOLGHERI SUPERIORE SOR UGO 2022
Caldo di alcol ma succoso nella sostanza, è sapido e reattivo, e per questo assai ben caratterizzato.
ARGENTIERA – BOLGHERI SUPERIORE ARGENTIERA 2022
Bell’equilibrio espositivo in un vino carnoso, gradevole e ben direzionato, integro nella dote fruttata, con il temperamento alcolico tenuto a bada.
CACCIA AL PIANO – BOLGHERI SUPERIORE 2022
Al di là dei lasciti di un rovere impiccione, fa lampeggiare qualità di materia e di tannino. L’impianto è fresco, è il disegno per il momento a latitare. Ma c’è tempo.
CAMPO ALLA SUGHERA – BOLGHERI SUPERIORE ARNIONE 2022
Di ottimo spessore gustativo, contempla ricchezza ma anche un incedere sicuro, reattività e forza espressiva. Si distingue, certo che sì.
CASTELLO DI BOLGHERI – BOLGHERI SUPERIORE 2022
Austero, profondo e introspettivo, cova tensione e guarda al futuro, pur non concedendo niente allo spettacolo. Come sempre lento nella sua evoluzione, spesso risulta implacabile alla distanza. E anche in questa annata potrebbe non smentirsi.
CHIAPPINI – BOLGHERI SUPERIORE GUADO DE’ GEMOLI 2022
Una impronta che richiama più il Mediterraneo che Bordeaux, con alcol che supporta e avvolge, trama generosamente dispiegata e sapore che riempie bene la bocca. Materia più che buona.
DARIO DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE 2022
Animato da un bel contrasto, possiede lena e giuste proporzioni, e una misura espressiva muy apprezzabile; solo un tannino che si dirada un po’ in fin di bocca.
DARIO DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE CF 11 2022
Qui hai una materia sontuosa che fortunatamente non si traduce in immobilità: è virgulto, è rigoglìo, con alcuni immaginabili limiti di dinamica, quantomeno in questa fase imberbe della parabola evolutiva.
GRATTAMACCO – BOLGHERI SUPERIORE GRATTAMACCO 2022
Materico, ricco e contrastato, con un pizzico di alcol in sopravanzo, è uno scalpitare buono il suo, in attesa che il disegno si illimpidisca e la trama si distenda a dovere.
MICHELE SATTA – BOLGHERI SUPERIORE MARIANOVA 2022
Ancora qualche impiccio nella trama di bocca ma integrità e saldezza stanno di casa, doti quest’ultime rinfrescate e corroborate da un bell’alito balsamico.
ORNELLAIA – BOLGHERI SUPERIORE ORNELLAIA 2022
Una generosità di forma & di sostanza che non sconfina in staticità, garantendo contrasto e saldezza. La corsa non è lunghissima, ma il disegno a venire potrebbe partorire equilibrio.
PODERE SETTE – BOLGHERI SUPERIORE IL SUPERBO 2022
Di austero contegno, mostra un carattere sferzante, una reattività in grado di bilanciare l’intrinseca ricchezza e un tannino sodo ma sano, lasciando prefigurare un buon potenziale evolutivo.
TENUTA CAMPO AL SIGNORE – BOLGHERI SUPERIORE CAMPO AL SIGNORE 2022
Qui hai respiro, ampiezza, progressione, giusta concentrazione di materia e una lunga scia di sale. Bella sorpresa.
VILLANOVIANA – BOLGHERI SUPERIORE SANT’UBERTO 2022
Ricco ma vibrante, dimostra una buona personalità puntando tutto su una articolazione interessante. L’alcol certo non scherza, ma non è una novità.
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Giornalista pubblicista toscano innamorato di vino e contadinità, è convinto che i frutti della terra, con i gesti che li sottendono, siano sostanzialmente incanto. Conserva viva l’illusione che il potere della parola e del racconto possa elevare una narrazione enoica ad atto culturale, e che solo rispettando la terra vi sia un futuro da immaginare. Colonna storica de L’AcquaBuona fin dall’inizio dell’avventura, ne ricopre da anni il ruolo di Direttore Responsabile. Ha collaborato con Luigi Veronelli e la sua prestigiosa rivista Ex Vinis dal 1999 al 2005; nel 2003 entra a far parte del gruppo di autori che per tredici edizioni darà vita alla Guida dei Vini de L’Espresso (2003-2015), dal 2021 rientra nell’agone guidaiolo assumendo il ruolo di referente per la Toscana della guida Slow Wine.