Diari di campagna 2024/ Fattoria Colle Verde, a Matraia

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Splendido affaccio sulla piana di Lucca, alla Fattoria Colle Verde non ci capiti per caso, ma di proposito. E fai bene. Nei ricordi restano le enormi discussioni sul mondo del vino con l’ex proprietario Piero Tartagni, i suoi splendidi oli, la sua compagnia; nell’attualità c’è un importante rivolgimento in atto, da quando la proprietà è passata nelle mani della famiglia Engels, a sua volta affidatasi al duo Gabriele Bartalena (agronomo e memoria storica aziendale) e Marco Vannuccci, enologo di casa dal 2022.

E il rivolgimento non riguarda l’approccio agronomico, fortemente legato ai precetti biodinamici da tempi non sospetti, quanto quello enologico, che oggi ha preso a fondamento un’attenta zonazione per vigna e per varietà (pratica prima disattesa), potendo così aspirare a fornire una “direzione” ancor più identitaria ai vini, grazie a una maggiore esplicitazione degli ingredienti costitutivi al mutare delle stagioni e dei terreni cangianti di Matraia, che accolgono ghiaie di origine alluvionale nei pressi del torrente, galestri e pietra di Matraia nelle giaciture più elevate.

Nei vini in effetti respiri di già un aria più “pop”, rispetto alla esuberante presenza scenica del passato: più sciolti d’eloquio, più calibrati nell’estrazione tannica…insomma, sostanzialmente più coerenti con il mandato territoriale affidatogli, che coinvolge un luogo da un lato ben esposto e soleggiato, dall’altro mitigato nel microclima dalle correnti fresche che scendono dalle Pizzorne. Un luogo che ispira sottigliezze, più che opulenza.

E se Brania delle Ghiandaie, con l’annata 2021, è diventato un Sangiovese in purezza (connotazione varietale non così diffusa in Lucchesia), recuperando misura di passo, grazia espressiva e gusto per le sfumature (oltre a legni di grande dimensione per l’affinamento, anziché barrique), Terre di Matraja Rosso e Bianco costituiscono una coppia di vini golosi ai quali la sensibilità di Marco sta apportando una gioiosa spontaneità. Il Rosso (2022) ritrova pura fragranza ed estrazioni calibratissime, a favorirne versatilità e beva, mentre nel Bianco (2023, uvaggio composito di trebbiano, malvasia, grechetto, chardonnay e vermentino) un ruolo sempre più attivo lo assumeranno le fecce fini, per scolpirne il profilo.

Gabriele Bartalena e Marco Vannucci

Già, appunto, le persone. Marco e Gabriele, te ne accorgi fin dai primi sguardi e dalle prime parole, sono proprio delle belle persone. Hanno un’idea di vino in testa, la perseguono, la desiderano, la naturalità dei modi e dei gesti sembra connaturata alla loro indole, ma sono al contempo riflessive e provano un certo disagio a far proprie certezze assolute. Uniscono pragmatismo e idealità in modo stimolante, ecco che c’è, e ciò non potrà che far bene al futuro di Colle Verde.

E poi, diciamolo, hanno due belle facce “biodinamiche”.

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