Moreno Panattoni compie ottant’anni ma conserva nell’animo l’idealità ingenua e sognante di un ragazzino. Ha da poco piantato un nuovo vigneto sulla collinetta antistante la fattoria, lo ha piantato a chardonnay, vuole approdare al suo Blanc des Blancs.
La Fattoria di Montechiari, sulle colline di Montecarlo, è in realtà uno chateau, lo vedi e lo senti.
Da qui puoi godere di una visuale splendida, che cerca e trova altri confini: da Lucca, che sta giù in fondo, si innalza sui picchi delle Alpi Apuane e sui boschi delle Pizzorne, per poi distendersi fino ai monti dell’Abetone, l’ultimo spalto di un fondale che sembra dipinto ma che dipinto non è. Di fronte a te Collodi.
Tornare qui, dopo anni di assenza e nel ricordo di lontane frequentazioni, mi ha fatto un certo che. Per la bellezza dei luoghi certo, ma anche per l’inesorabile passare del tempo che tutto immelanconisce, stendendoci sopra una patina di memorie affettuose e dolci scoloriture che non sai mai se è un bene o un male.
La malinconia ti culla, a Montechiari.
Giornalista pubblicista toscano innamorato di vino e contadinità, è convinto che i frutti della terra, con i gesti che li sottendono, siano sostanzialmente incanto. Conserva viva l’illusione che il potere della parola e del racconto possa elevare una narrazione enoica ad atto culturale, e che solo rispettando la terra vi sia un futuro da immaginare. Colonna storica de L’AcquaBuona fin dall’inizio dell’avventura, ne ricopre da anni il ruolo di Direttore Responsabile. Ha collaborato con Luigi Veronelli e la sua prestigiosa rivista Ex Vinis dal 1999 al 2005; nel 2003 entra a far parte del gruppo di autori che per tredici edizioni darà vita alla Guida dei Vini de L’Espresso (2003-2015), dal 2021 rientra nell’agone guidaiolo assumendo il ruolo di referente per la Toscana della guida Slow Wine.