Bolgheri Superiore 2020 in anteprima mondiale: assaggi e riflessioni

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Togliamoci subito il dente: l’annata 2020, a Bolgheri, si configura come un’annata inferiore alla precedente, e ancor di più se raffrontata alla 2018: freschezza acida in disavanzo, calor’alcolico che batte un colpo slargando un po’ le trame, qualità del tannino “nsci nsci”. Così è apparsa in generale, bicchieri alla mano, fatte salve le immancabili eccezioni (e ce ne sono), sorprese incluse.

Però c’è un però, che ripercorre una constatazione già fatta nell’articolo dello scorso anno dedicato ai Bolgheri Superiore 2019 per emergere ancor più manifestamente dalla nuova tornata di assaggi, ed è la accresciuta consapevolezza tecnica dei produttori bolgheresi (chiamiamola pure sensibilità interpretativa), ciò che va connotando in positivo un panorama già molto competitivo, non privo peraltro di nuovi impulsi stilistici di cui conviene farne tesoro.

Perché non sono affatto residuali i casi di vini proporzionati, senza tracotanza. Insomma, c’è nell’aria una rinnovata attenzione verso estrazioni più calibrate e verso la ricerca di “movimento interno” nei vini, senza più piegarsi a quei canovacci stilistici un po’ brutali dove potenza, densità, tannini e rovere erano soliti tracciare le direttrici organolettiche. Non è un caso poi che alle soluzioni di cantina vadano a sommarsi quelle agronomiche, ad esempio con una ricerca quasi spasmodica di giaciture più elevate fin dove è possibile, fin dove si può.

Una strada, questa, assolutamente condivisibile, che intende agevolare equilibrio e facilità di beva, in fondo gli obiettivi più ambiti e auspicabili, e a maggior ragione se teniamo in debito conto gli andamenti stagionali sempre più estremizzati. Oltre al fatto che potrà far risplendere con maggiore dettaglio le peculiarità dei diversi terroir bolgheresi, nient’affatto omogenei fra loro, come qualcuno sarebbe portato a pensare, quantomeno dal punto di vista dei suoli.

Quindi, se i Bolgheri Superiore 2020 non saranno in generale ricordati come portatori sani di freschezza acida o di esaltanti contrappunti gustativi, è pur vero che nei casi più risolti riescono a brillare grazie all’integrità del frutto, già di per sé agevolatrice di freschezza e di articolazione. E questa dote non può che discendere da una capacità interpretativa più affermata rispetto a un tempo, circostanza di cui ne va dato atto.

Certamente la lettura dei vini in questa fase evolutiva è passibile di aggiustamenti, che non potranno che andare nel verso di un maggiore equilibrio complessivo. Còlti in una fase topica della loro parabola vitale, con un buon numero di essi a livello di campione da vasca, quando non di botte, e con diversi altri presumibilmente imbottigliati da poco (l’uscita sui mercati è prevista dal prossimo gennaio 2023), ci attendiamo ampie schiarite sul fronte dell’amalgama, soprattutto nel rapporto coi legni, in certi casi apparsi decisamente marcanti.

Qui sotto le note di degustazione, che procederanno in stretto ordine alfabetico, con le predilezioni e i bemolle da cogliersi a seconda delle parole, ma anche dei silenzi. Ho escluso quei vini, pochi, per i quali il compito di decifrarli mi è sembrato improbo. E forse, a ben vedere, anche per qualcuno dei vini presenti l’incertezza nella lettura critica potrebbe aver lasciato il segno. Fra parentesi, quando è il caso, i simboli cv e cb vogliono indicare -rispettivamente- campione da vasca o da botte.

Nota preliminare: sì, non c’era Sassicaia. Perché decisamente lontano dal considerarsi pronto, e quindi non è stato presentato. A conforto, giravano magnum di 2004, di cui mantengo il ricordo di una enorme salinità.

Per finire, un ringraziamento speciale agli organizzatori di Bolgheri DiVino, Consorzio di Tutela vini Bolgheri in testa, che alla seconda edizione di sempre si accinge a diventare un appuntamento imprescindibile, avendo peraltro segnato una svolta sul piano della condivisione (non solo alla stampa quindi, ma anche agli appassionati), svolta che non potrà che far bene alla denominazione tutta.

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AIA VECCHIA – BOLGHERI SUPERIORE SOR’UGO 2020

Apprezzabile per contegno aromatico e misura estrattiva, ha buon corpo e modulazione nei toni. Non troppo caratterizzato, semmai, ma didatticamente centrato. Di certo, a parità di stato evolutivo, più equilibrato e leggibile rispetto al ’19.

ALDOVRANDI – BOLGHERI SUPERIORE 2020 (cv)

Scansando il velo costituito da una campionatura per certi aspetti poco probante (leggi: frutto slabbrato), scopriamo una buona densità di materia e una setosa tattilità. Ah, ovviamente sotto il “governo” di un equilibrio instabile.

ARGENTIERA – BOLGHERI SUPERIORE ARGENTIERA 2020

E’ caldo e terroso, ma la sapidità di matrice salmastra ne slancia la persistenza, ed è un segno importante che fa bene al futuro.

BATZELLA – BOLGHERI SUPERIORE TAM 2020 (cv)

Emerge una piacevole dolcezza di frutto e di tannino. L’eloquio è quasi melodioso, di apprezzabile slancio. A prima vista, uno dei Tam più risolti dei ricordi miei.

BELL’AJA – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Qualche vacuità, figlia legittima dello stato evolutivo, poi doga che incide sulle trame e una sensazione prevalente di dolcezza in esubero. A suo modo didattico, manca semmai di profondità.

CACCIA AL PIANO – BOLGHERI SUPERIORE 2020 (cb)

La campionatura da botte ne consente una lettura a metà, obbligata da un rovere marcante che ne asciuga inesorabilmente il tratto. Ne apprezzerai il grado di contrasto, quello sì.

CAMPO AL PERO – BOLGHERI SUPERIORE DORIANAE 2020

L’ascendente mediterraneo si traduce in una sincera territorialità, che emerge da un sorso caldo ma ritmato, dagli accenti piccanti.

CAMPO AL PERO – BOLGHERI SUPERIORE DEDICATO A VITTORIO 2020

Profondo, ampio e diffusivo, si distingue per portamento e sobrietà espressiva. Solo qualche risvolto più crudo (vegetale) in avanscoperta, ma si conferma un vino dal potenziale interessante.

CAMPO ALLA SUGHERA – BOLGHERI SUPERIORE ARNIONE 2020

L’impasto dei sapori suggerisce un’ulteriore crescita quanto a focalizzazione stilistica; è fragrante, con coloriture pure floreali, e si lascia ben bere, mentre il tannino si scioglie in sale.

CASA DI TERRA – BOLGHERI SUPERIORE MARONEA 2020

Reattivo ma contratto, dagli spigoli vegetali, non concede niente alla dolcezza del frutto. E’ affilato, coriaceo, stretto.

CASTELLO DI BOLGHERI  – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Grintoso e nobilmente austero, il succo e la trama si muovono su tonalità da baritono. E’ caratteriale, forte, profondo, quasi “baroleggia” (si fa per dire, eh!). Molto intrigante.

CERALTI – BOLGHERI SUPERIORE ALFEO 2020

Un coté vegetale piuttosto “aguzzo” da una parte, un frutto molto maturo dall’altra, sortiscono una dicotomia al momento stridente. Chiude asciutto, in sostanziale disequilibrio.

CHIAPPINI – BOLGHERI SUPERIORE GUADO DE’ GEMOLI 2020

Si potrà discutere circa la leziosità, però pulizia, nitore e assenza di ridondanze ci suggeriscono che il nostro Gemoli abbia tutte le “cosine” al posto giusto.

CIPRIANA  – BOLGHERI SUPERIORE SAN MARTINO 2020 (cv)

Qualche stimolo ossidativo portato in dote dalla campionatura provvisoria non impedisce di apprezzarne il rigore tipologico e il grado di contrasto. E’ misurato, anche se al momento i tannini ne frenano gli allunghi.

DARIO DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE FRANK 2020

Ha una visceralità garbata e un tatto levigato. E’ piccante, caldo, profondo, e trasmette sensualità. Bene!

DARIO DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Davvero indietro nello sviluppo, sbuffa e spinge senza trovare (al momento) la distensione attesa. E’ altero, spigoloso, ma è solo gioventù. La forza espressiva che trapela da questo bicchiere è una promessa per il futuro.

DONNA OLIMPIA 1898 – BOLGHERI SUPERIORE MILLEPASSI 2020

Frutto integro, ritmo e una “tiepida” sapidità. Si muove più in verticale che in ampiezza, ed è un bene. Già molto definito (e piacevole) il quadro dei profumi.

DONNE FITTIPALDI  – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Temperamento alcolico non disgiunto da buone dosi di eleganza. Molto Bolgheri style, più largo che profondo ma gustoso.

FABIO MOTTA – BOLGHERI SUPERIORE LE GONNARE 2020

Fresco e arioso, quasi sottopeso in confronto agli altri pari categoria, ha dalla sua la beva, il sale, le giuste proporzioni. E se il tannino al momento tende ad asciugarne un po’ il tratto, la misura abita qui.

FORNACELLE – BOLGHERI SUPERIORE GUARDA BOSCHI 2020 (cv)

Dall’impronta varietal-cabernettosa, è caldo, vigoroso, mediterraneo, con chiusura perentoria e amaricante.

GIORGIO MELETTI CAVALLARI – BOLGHERI SUPERIORE IMPRONTE 2020

Una certa modulazione nei toni, una apprezzabile naturalezza espressiva. Manca l’espansione della differenza, ma ha un passo convincente, senza che contempli ridondanze. In crescita di precisione e di “accordatura”.

GRATTAMACCO – BOLGHERI SUPERIORE GRATTAMACCO 2020

Un pizzico di larghezza e di calore in più rispetto alla proverbiale compostezza di cui è solito avvantaggiarsi, ma è inesorabile per progressione gustativa. Te ne accorgi per come la materia si profila, e per come il sale mette il turbo al finale.

I GREPPI – BOLGHERI SUPERIORE GREPPICAIA 2020

Scuro nel colore e nella espressione, è viscoso, grosso, con il freno a mano tirato. Il dettaglio e l’articolazione non sono il suo forte.

I LUOGHI – BOLGHERI SUPERIORE PODERE RITORTI 2020

Ricco ma reattivo, con la dinamica ancora da sbrigliarsi, è un Ritorti in versione polposa ed accomodante, con il pregio di non strabordare.

I LUOGHI – BOLGHERI SUPERIORE CAMPO AL FICO 2020

Materico e concentrato, la sensazione matura nel frutto è contrastata dalla sapidità. Gioca -e potrebbe giocare- su delicati equilibri.

IMPERIALE – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Colore imperativo e tanto legno a contorno. “Corteccioso”, rigido, altero.

LA MADONNINA – BOLGHERI SUPERIORE OPERA OMNIA 2020

E’ fragrante, simpatico, finanche garbato, anche se non propriamente complesso. E se il rovere è ancora in fase digestiva, il vino appare assai più profilato e meno ridondante dell’annata precedente.

LE NOVELIRE – BOLGHERI SUPERIORE RE BERNET 2020

Colore imperativo, così come il rovere. Il frutto si spalma, il finale tende all’amaro. Piuttosto macchinoso.

MICHELE SATTA – BOLGHERI SUPERIORE PIASTRAIA 2020

Qualche spigolo vegetale (gli può capitare, in piena gioventù) ma apprezzabile integrità di trama e di frutto. Certo il tannino graffia un po’.

MICHELETTI – BOLGHERI SUPERIORE GUARDIONE 2020 (cv)

Caldo di alcol, quasi pungente, il rovere lo marca stretto, rendendone difficile la lettura. Buon corpo, quello si, ma tannino incisivo, allappante.

MICHELETTI – BOLGHERI SUPERIORE POGGIO MATTO 2020 (cv)

Largo e alcolico, si spancia senza tendersi. Limitata diffusione.

MULINI DI SEGALARI – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Fresco, fragrante, teso, scorrevole, naturale nello sviluppo, senza forzature. Ti invita alla beva, distinguendosi con merito fra le sorprese più liete.

ORMA – BOLGHERI SUPERIORE AOLA DI ORMA 2020

Balsamico e flessuoso, scansando per un attimo la leziosità, di lui mi piace la tattilità e il fatto di non far percepire eccessi di materia o di tannino.

ORNELLAIA  – BOLGHERI SUPERIORE ORNELLAIA 2020

Polposo, sapido, balsamico, con tannini più integrati del solito, non è un mostro di articolazione ma è giovane e si difende da par suo, grazie al maggior calibro nei toni.

PIETRANOVA – BOLGHERI SUPERIORE RENZO 2020 (cb)

La natura di per sè aleatoria della campionatura di botte (piccola) si percepisce dal frutto confit. Guardando oltre l’evidenza, c’è un sorso di buona materia e dai tannini a grana fine. La curiosità di seguirne gli sviluppi resta.

PIETRANOVA – BOLGHERI SUPERIORE LIBORIO 2020 ( cb)

E’ un classico campione da botte, con tutte le incertezze del caso, ma materia e densità tattile scuotono dal torpore. È levigato, continuo nello sviluppo, dal potenziale interessante.

PODERE DEI MUSI – BOLGHERI SUPERIORE CARAVERA 2020

Balsamico e introspettivo, lascia trapelare freschezza. Bocca invero in debito di distensione, ancora preda della doga. Non è ampia né diffusiva, ma neanche sgarbata o inutilmente velleitaria.

PODERE IL CASTELLACCIO – BOLGHERI SUPERIORE IL CASTELLACCIO 2020

Intrigante, speziato, profondo, arioso: ha ritmo, proporzioni, succo e sale. Fra i migliori veriddio.

PODERE ROSETO – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Cupo, tannico, vegetale, davvero compresso: nessun barlume di dolcezza.

POGGIO AL TESORO – BOLGHERI SUPERIORE SONDRAIA 2020 (cv)

Impastato, ricco, materico, resta un po’ lì, senza sdilinquirsi. Non manca di tipicità, ma sarà l’approdo in bottiglia a schiarire orizzonti.

TENUTA CAMPO AL SIGNORE – BOLGHERI SUPERIORE 2020

Apprezzabile fluidità per un vino fresco (senza risultare crudo) e ben disposto al dialogo, dalla concentrazione naturale e dai tannini ben sfumati. Sorpresa.

TENUTA DI VAIRA – BOLGHERI SUPERIORE BOLGHERESE 2020 (cv)

Buona tensione, potenza controllata, leggibile calor’alcolico ma senza che il frutto ne risulti sfrangiato. E’ largo di trama, quello sì, ma la dignità territoriale è assicurata.

TENUTA GUADO AL TASSO – BOLGHERI SUPERIORE GUADO AL TASSO 2020

Doga che si intride e veicola, rendendo più omologato il quadro. Per il resto andamento flessuoso per un vino sicuramente ben fatto, che non brilla forse per originalità.

TENUTA LE COLONNE – BOLGHERI SUPERIORE LE COLONNE 2020 ( cb)

Il tannino frena, ma ritmo e seduzione aromatica (bella la speziatura) lasciano presagire un sorso bilanciato, senza macchinosità. Assolutamente da seguire.

TERRE DEL MARCHESATO – BOLGHERI SUPERIORE MARCHESALE 2020

Caldo, terroso, largo, dal finale allappante. Liscio e ovattato, non trova il conforto degli auspicati contrasti.

VILLANOVIANA – BOLGHERI SUPERIORE SANT’UBERTO 2020

Potente ma equilibrato, avvolgente ma teso. Ancora in sé ma intrigante, soprattutto se traguardato in prospettiva. Da attenzionare.

VILLANOVIANA – BOLGHERI SUPERIORE FERRUGO 2020

Profondo e contrastato, assume un profilo compassato, a tratti altezzoso, ma si distingue per grinta e spessore gustativo.

GUEST

Il vino seguente non è un Bolgheri Superiore (per scelta) ma lo è a tutti gli effetti per quanto attiene modalità di affinamento, caratteristiche intrinseche e tempistiche di uscita sul mercato. Per tali ragioni è stato inserito nel contesto.

CA’ MARCANDA – BOLGHERI ROSSO CAMARCANDA 2020

Elegante, composto, misurato, di bella materia ed elettiva dolcezza tannica, ha una potenza garbata, ed è indubitabilmente buono.

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Assaggi effettuati nel mese di settembre 2022

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