Zuppe, gulash e soufflé: report gastronomico da Salisburgo

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Passare qualche giorno a Salisburgo è un toccasana per occhi, mente e spirito. Le strade eleganti nel cui reticolato si inseriscono improvvisi stretti e suggestivi passage, le improvvise piazze immense e luminose, lo svettare dei campanili delle chiese gotiche e la parete rocciosa che incombe severa e sorregge la fortezza che domina dall’alto. E poi il turismo di qualità, niente ciabatte o canotte, ma gente che magari non è lì per il celeberrimo festival musicale ma dà sempre l’idea di entrare o uscire da un teatro o da una mostra. E poi, naturalmente,  è bello intravedere con la propria immaginazione il piccolo Mozart che passeggia o magari corre sfuggendo al controllo del severo padre.

L’accoglienza gastronomica spazia dai bei caffè (uno per tutti il Kafee Kultur), ai curati ristoranti, dove capita di vedere fuori gigantografie con maiali di cinta senese. E poi ci sono le birrerie: ecco tre brevi suggestioni.

Sternbrau
Luogo suggestivo, che manda in visibilio i turisti perché risponde a tutti i criteri che ci si aspettano dalla birreria mitteleuropea: grande porticato con decorazione alle pareti che  fa da contorno ad un ampio spazio aperto; la fitta scansione di tavoli è scandita dai grandi boccali, e il sottofondo del brusio allegro dei visitatori mette a proprio agio.

Il menu è ampio, tanta carne: scaloppine, cotolette, bollito ma anche pesce di mare, i mirtilli ad accompagnare molti piatti. Il gulash di manzo è un tantino stopposo, meglio quello di cervo. E poi, il mitico soufflé tipico di Salisburgo, il Salzburger nockerln con tanta chiara d’uovo montata a neve, che riproduce le ripide montagne che formano un affascinante contrasto con la grazia delle architetture e dei colori cittadini.

Panorama Restaurant 
Come resistere alla tentazione di fermarsi a mangiare durante la visita alla fortezza Hohensalzburg, che domina suggestiva dall’alto? Appena scesi dalla teleferica e appena iniziata la visita (che è poi anche una suggestiva passeggiata) si scorgono i tavoli affacciati sul panorama e si pensa subito: dopo andiamo lì, appunto, al Panorama Restaurant. Cucina altalenante e abbastanza elementare: buona la cotolettona, un po’ artificiali i sapori del brodo in cui è immerso il canederlo.

Bärenwirt
Da Bärenwirt irrompono i sapori. I sapori, ossia quelli che alla fine si vanno a cercare andando a mangiare fuori dalla propria casa, quelli che rimangono nella memoria assieme (chissà, forse di più) ai ricordi di una bella serata passata in compagnia. Vanta una nascita antichissima (il 1663!), è aperto a pranzo a cena. Non è sicuramente una scoperta (niente tripadvisor, bensì il classico consiglio della portiera d’albergo) ma non è particolarmente turistico. Assai godibili sono la Zuppa di birra e il Brodo con canederli di fegato e il Grande gulasch di manzo con canederli regala sensazioni intense e scolpite.

E alla fine, insomma, è quell’uomo seduto sulla sedia ripreso nella foto mentre si riposa dopo l’ennesima giornata ai fornelli che, alla fine, sa farli emergere con efficacia, i sapori.

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