Il bello di una improvvisata è ritrovarsi catapultati su un fuoristrada a girare in lungo e in largo i vigneti di Fontodi e della conca d’oro in compagnia di un “esemplare autoctono panzanese” come Silvano Marcucci, il cui amore verso la propria terra non riesce a trattenerlo perché sprizza da ogni poro e tu lo misuri a pelle, per accorgersi che dalla Pieve di San Leolino puoi scorgere la punta del Cimone e pure le Alpi Apuane. Per accorgersi cioè che qui sei al centro del mondo.
Poi è godere di un colloquio confidenziale e disinvolto con Giovanni Manetti, patron di Fontodi, autentico gentiluomo di campagna nonché attuale presidente del Consorzio Chianti Classico, a parlare di menzioni geografiche, di suoli, di gran selezioni e del futuro della denominazione, accuditi da un vecchio Flaccianello ’98 che non molla di un centimetro.
E’ lì che ho conosciuto meglio Filetta di Lamole, il progetto che unisce le aspirazioni di un giovane vignaiolo lamolese – Lorenzo Pisana Socci-, che ha deciso di restare per mantenere in vita il vigneto della vecchia azienda familiare, con la celebre firma Fontodi, che di quel vino tratta l’affinamento e la commercializzazione.
Il Chianti Classico 2016 è pura florealità: piena, carnosa, sensuale. E poi c’è un tannino puntiforme che fa tanto arenaria e tramuta le trame in scioltezza su classici rimandi di pietra focaia. Che buono!
Il 2014 invece, prima annata prodotta, è leggiadro, snello e “pinotteggiante”, respira freschezza e te la dà, danzando sulle punte.
Lamole ha trovato un nuovo protagonista.
Giornalista pubblicista toscano innamorato di vino e contadinità, è convinto che i frutti della terra, con i gesti che li sottendono, siano sostanzialmente incanto. Conserva viva l’illusione che il potere della parola e del racconto possa elevare una narrazione enoica ad atto culturale, e che solo rispettando la terra vi sia un futuro da immaginare. Colonna storica de L’AcquaBuona fin dall’inizio dell’avventura, ne ricopre da anni il ruolo di Direttore Responsabile. Ha collaborato con Luigi Veronelli e la sua prestigiosa rivista Ex Vinis dal 1999 al 2005; nel 2003 entra a far parte del gruppo di autori che per tredici edizioni darà vita alla Guida dei Vini de L’Espresso (2003-2015), dal 2021 rientra nell’agone guidaiolo assumendo il ruolo di referente per la Toscana della guida Slow Wine.
2 risposte
Ho sempre avuto un debole per il Chianti Classico ed ho avuto modo di apprezzare altri prodotti dell’area di Lamole. Cercando un po’ su Internet ho notate che questo vino ha un costo attorno ai 30 Euro, quindi circa il doppio di altri prodotti analoghi (stiamo parlando di Chianti Classico base e non di Riserva o Selezione) di Aziende che reputo di primissimo piano.
Si giustifica in qualche modo tale eclatante disparità?
Ciao Angelo, da quanto so, parlando con il produttore, il prezzo alla fonte del Filetta non si discosta da quello del chianti classico di Fontodi. Quindi in enoteca onesta non dovrebbere stare sopra i 25 euro. Come qualità mi sembra ottima. Un prezzo del genere non mi farebbe sobbalzare di sdegno, ecco. ciaooooo