Tornare in Alta Versilia. Quella appartata da cui non ci passi per caso. Quella legata a stretto nodo a certe tradizioni che chiamano a raccolta la montagna e tutta la cultura che ci gira attorno. Con il senso dell’accoglienza, il calore familiare, l’impatto emotivo dato dalla semplicità. E con la sua cucina della terra, a volte dei boschi.
Quanto tempo che non tornavo quassù. E poi non ero mai stato al ristorante Sotto la Loggia di Pomezzana.
La nuova terrazza estiva a picco sui castagneti, nel cuore delle Alpi Apuane, è un ulteriore tassello di buon gusto che va ad aggiungersi al buon gusto che ha guidato la poderosa ristrutturazione del vecchissimo immobile in cui è sorto il ristorante qualche anno addietro. La nuova terrazza estiva rimette in moto pensieri sopiti, come quello di essere nato a pochi chilometri da qui. Apriti cielo.
E’ una cucina affettuosa, la cucina della famiglia Gherardi, intimamente legata a quelle montagne attorno, familiare nel senso letterale del termine, da che è una famiglia intera ad essere impegnata nell’ambaradan. Nell’aria nessuna improvvisazione, casomai una conclamata maestria nel trattare le carni e una scafata dimestichezza nel maneggiare di sughi e paste.
I maccheroncini impastati con le erbe spontanee (al ragù di coniglio) reclamano la ribalta, la sella di coniglio cotta al forno a bassa temperatura è parlante, le patate arrosto ( a km0) sprizzano sali minerali da tutti i pori, la pancia di maiale in porchetta concentra sapore e sapienza, le verdure dell’orto di casa si esaltano sia a crudo sia in simpatico sughetto ad accompagnar gli gnocchi; una carta dei vini così, nello stazzemese e dintorni, non si era vista mai.
Mi piace il coraggio, mi piace la passione di questa gente a scommettere sui propri luoghi come in molti, nel passato e nel presente, non hanno saputo fare più.
Sotto la Loggia in fondo è un avamposto, ed è dagli avamposti che lo sguardo può sconfinare fino all’orizzonte.
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Ristorante Sotto La Loggia – Via Cadorna 94 – Pomezzana di Stazzema (LU)
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Giornalista pubblicista toscano innamorato di vino e contadinità, è convinto che i frutti della terra, con i gesti che li sottendono, siano sostanzialmente incanto. Conserva viva l’illusione che il potere della parola e del racconto possa elevare una narrazione enoica ad atto culturale, e che solo rispettando la terra vi sia un futuro da immaginare. Colonna storica de L’AcquaBuona fin dall’inizio dell’avventura, ne ricopre da anni il ruolo di Direttore Responsabile. Ha collaborato con Luigi Veronelli e la sua prestigiosa rivista Ex Vinis dal 1999 al 2005; nel 2003 entra a far parte del gruppo di autori che per tredici edizioni darà vita alla Guida dei Vini de L’Espresso (2003-2015), dal 2021 rientra nell’agone guidaiolo assumendo il ruolo di referente per la Toscana della guida Slow Wine.
Una risposta
Una carta così, in questo posto, da’ proprio i brividi… Ma ciò che mi ha lasciato ancora più di sasso sono i ricarichi! Non fosse per i 40 km dalla costa (di cui gli ultimi tre da speciale di rally…) Sarei lì ogni settimana.