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Tag: vini Alto Adige

Sei campioni (nel bicchiere) dell’Alto Adige

Il Consorzio Vini Alto Adige ha scelto sei vini per rappresentare la produzione vitivinicola del suo straordinario territorio che grazie all’unicità di orografia, suoli e clima si pone ai vertici qualitativi in Italia e non solo. Ma la differenza la fanno i 4800 vignaioli che lavorano 5800 ettari di vigneti con intelligenza e determinazione, e con una cultura del lavoro più unica che rara

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Cantina Girlan e il nuovo A. A. Schiava Gschleier Alte Reben 2020

Parlare di Alto Adige significa anche raccontare la storia di secoli di attività vitivinicola. Se da un lato esistono bellezze paesaggistiche tra le più affascinanti al mondo, e le maestose Dolomiti rappresentano indubbiamente la punta dell’iceberg, anche le vigne, le strade del vino e le tradizioni altoatesine rimangono indelebilmente incollate nella mente del turista.

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La macerazione come tecnica (semi)nascosta

Intervista a Roberto Ferrari, interprete altoatesino di vini eclettici, personali e spesso buonissimi racchiusi nella linea Profil. Roberto ha una visione stilistica ben precisa: adoprarsi con il metodo della macerazione sulle bucce per superarne i cliché.

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Il bianco che nessun appassionato vuole (in questo caso a torto)

Esiste forse una tipologia più derisa dagli appassionati del Gewürztraminer?  È un bianco che si è fatto ormai la nomea di essere il vino dei principianti: troppo profumato, troppo dolciastro, troppo morbido, troppo qualcos’altro. Uniche eccezioni, guardate con rispetto ma difficilmente con reale trasporto e convinzione, le bottiglie provenienti dall’Alsazia. Sdoganate perché figlie di un’area vinicola ricchissima di cru. E i cru sono uno dei primi utensili dell’enosnob.

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Il nuovo e il tradizionale

Una nuova realtà altoatesina, un bastione della tradizione “alta” di Langa. Da Salorno un Pinot Grigio ramato che sa il fatto suo ( e uno Chardonnay alla borgognona dalla progressione convincente); dalle Langhe cuneesi un Dolcetto e un Barbaresco Rabajà ammirevoli. Ma in questo caso siamo di fronte ai vini di Giuseppe Cortese, e la razza non la si inventa.

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Un grande bianco altoatesino nel Molise

Capita che in una terra magnifica -dai più data per non esistente- si possano assaggiare vini magnifici coerentemente fuori dal mainstream. Succede in Molise, ad esempio, quando si incontra l’Alto Adige. Un certo Alto Adige.

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Il gioco del Porer

Un gioco apparentemente semplice ma in grado di scavare profondamente nelle proprie convinzioni, fino a instillare dei ragionevoli dubbi circa la loro granitica, presunta verità. Per farci capire che un mestiere non te lo inventi, e che nel vino sono tante le variabili – enologiche e umane – che concorrono alla sua riuscita. Un esempio di cosa potrebbe succedere se un degustatore di professione per un giorno si mettesse a fare l’enologo.

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Valle Isarco focus. Profondo bianco. Il più piccolo, il più grande: Spitalerhof e Cantina Valle Isarco

di Fernando Pardini
In posizione contrapposta lungo la stessa strada, due realtà apparentemente “alle antilopi” paiono amichevolmente fronteggiarsi: da un lato l’albergo Spitalerhof della famiglia Oberpertinger, gloriosa stazione di posta e di ristoro sulla via del Brennero, dall’altro la struttura moderna e razionale della Cantina Valle Isarco, per tutti la “sociale di Chiusa”. Da Spitalerhof dimensioni produttive lillipuziane, con la curiosità al potere; alla “sociale” il risveglio del gigante, sancito da una proposta enoica finalmente all’altezza del blasone e del territorio, con picchi di eccellenza.

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Valle Isarco focus. Profondo bianco. Strasserhof, su al nord

di Fernando Pardini
Il maso Strasserhof potrebbe vantare ancora il primato di azienda vitivinicola più settentrionale d’Italia, se non fosse per quel piccolo avamposto nato di recente in Val Pusteria (Santerhof). A certe latitudini, e con certe tradizioni alle spalle, ci è voluta tutta l’intraprendente passione di un giovane motivato, Hannes Baumgartner, per convincere un padre a cedergli quattro ettari di vigna (nel tempo divenuti sei) ed iniziare così a progettare un futuro fatto di indipendenza produttiva…

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Valle Isarco focus. Profondo bianco. Pacherhof, come acqua di roccia

di Fernando Pardini
Ci troviamo nel cuore della Valle Isarco classica, quella dominata dall’emblematica presenza dell’Abbazia di Novacella, da cui tutto qui sembra discendere. Un cuore che batte a nord, peraltro, se è vero come è vero che ci troviamo nell’appendice vitata più settentrionale d’Italia. E’ una frontiera, e te ne accorgi per come quella conca ampia e luminosa ti consente di guardare oltre, dove oltre significa montagne, montagne ovunque, montagne vere.

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Valle Isarco focus – Profondo bianco. I vignaioli di Fié: Gumphof, Bessererhof, Wassererhof

di Fernando Pardini
Cominciamo da qui, dalla Bassa Valle Isarco, ovvero dalla porzione di valle che incontriamo per prima provenendo da Bolzano, se diretti verso il Brennero. Un “posto di mezzo”, la cui unicità microclimatica a suo modo “frontaliera” è combattuta fra istanze mediterranee e tentazioni più alpine grazie all’incrocio dei venti- tiepidi e gardesani da un lato, freddi e dolomitici dall’altro – e delle temperature….

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La prospettiva del tempo: degustazioni in Alto Adige/1 – Carlotto e Gottardi

di Lamberto Tosi
Quest’anno non sono andato al Merano Wine Festival. La nostra consueta visita in Alto Adige, o come dicono da queste parti in Südtirol, l’abbiamo effettuata nella prima settimana di ottobre, quando ancora i tini non avevano smesso di ribollire. I produttori ci hanno accolto per gentile intercessione di Laura Sbalchiero e Peter Dipoli, che ringraziamo

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Alto Adige Wine Summit a Bolzano: una nuova idea di anteprima. Sensazioni, pensieri, assaggi/3

di Fernando Pardini
Ultima puntata della saga, frutto della stimolante giornata “bolzanina” trascorsa all’Alto Adige Wine Summit 2017, evento novello alle prese con l’attualità di vini importanti (e di territorio) non ancora in commercio ma già imbottigliati. Oggi parliamo di Gewurz, Pinot Grigio e di un ammaliante “misto griglia”

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“Selecta” in degustazione a Palazzo Brancaccio

di Riccardo Brandi
ROMA – C’era solo l’imbarazzo della scelta, lo scorso 24 ottobre, nella splendida cornice di Palazzo Brancaccio, nel cuore di Roma, quando mi sono immerso fra i banchi di degustazione proposti dalla casa di distribuzione Selecta, fondata nel 1989 da Guido Bruzzo, Luciana Schena e Roberto Melloni

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Christmas time: i vini (più) sorprendenti del 2015. E perché. Prima parte

di Fernando Pardini
Diciamolo subito: non di classifiche si tratta, casomai di immedesimazioni. Senza queste ultime, d’altro canto, l’anno che ci avviamo a lasciarci alle spalle sarebbe stato meno gradevole e assai più ovvio, “degustativamente” parlando. Ora, il fine ultimo (e primario) di questa ennesima dissertazione sul tema è elencare sorprese

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Valle Isarco: bianchi minerali e montagne da sogno!

di Franco Santini
Chiusa, Bressanone, Vipiteno, Brennero: quattro punti cardinali che delimitano da sud a nord la Valle Isarco, una delle più belle zone di montagna della nostra penisola. Un territorio vario e affascinante, fresco rifugio e luogo di ristoro per la mente, il fisico e lo stomaco

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Pinot Nero Fabio Pracchia

Pinot Nero d’Italia al Vinitaly. Partendo dalla Toscana…

VERONA – Lo spunto per il Vinitaly quest’anno è arrivato da un invito toscano, una degustazione di Pinot Nero accomunati dall’essere figli delle valli appenniniche di questa regione, valli storicamente non così vocate per la produzione vinicola, tutte accomunate da un clima assai diverso da quello delle celebri aree chiantigiane o ilcinesi

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Cantina Produttori di Terlano: la perla dell’Alta Val d’Adige a “Fortedivino” 2011

di Leonardo Mazzanti
FORTE DEI MARMI (LU) – La “banda” di Fortedivino non sbaglia un colpo e oltre all’ottima nonché ampia scelta dei produttori in degustazione, molto interessanti sono state le degustazioni guidate ripartite nelle due giornate. La prima ha visto come protagonista una grande azienda dell’Alto Adige ed è toccato a Matteo Pessina introdurci nel mondo fiabesco di Terlano

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Via dalla pazza folla. Quarta parte: Alto Adige

di Fernando Pardini
Pensa che ti ripensa, dopo circa 350 assaggi consapevoli effettuati su altrettante etichette, sono arrivato alla conclusione che per tentare una ricognizione altoatesina via dalla pazza folla sarebbe stato necessario ricorrere a qualche paletto

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Degustazioni a Vinitaly

di Lamberto Tosi
VERONA – A detta degli operatori, quest’anno Vinitaly ha visto una certa ripresa di contatti, in particolare da parte degli importatori stranieri. È vero che comunque i prezzi sono in calo nel settore e che si assiste sempre di più ad una azione opportunistica di alcuni imbottigliatori, ma almeno il ritorno di richieste dall’estero va considerato un fatto positivo

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